Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, a margine del Workshop Ambrosetti di Cernobbio, ha rilasciato alcune dichiarazioni sull’evasione fiscale, spiegando che è molto importante una “sanzione sociale” contro questa piaga. Non pagare le tasse, ha sottolineato, non può essere considerata una furbizia. E non può essere accettabile che chi ha un buon stile di vita non partecipi con la sua quota agli oneri pubblici. Dichiarazioni che arrivano all’indomani dei dati sulle dichiarazioni dei redditi degli italiani; numeri che evidenziano come gli imprenditori dichiarano meno dei lavoratori dipendenti e che lanciano più di un allarme sulla potenziale evasione delle tasse.



Ma ieri è arrivata anche notizia della “stangata” in arrivo da domani sulle bollette di energia elettrica (+5,8%) e gas (+1,8%). E Passera è intervenuto anche su questo tema, ricordando che il livello dei costi energetici incide anche sulla competitività del Paese. Per questo il governo ha intenzione di prendere alcuni provvedimenti. Tra questi non è da escludere il fatto di utilizzare giacimenti di gas e di petrolio non ancora sviluppati sul territorio italiano.



Un primo passo sarà comunque quello dei decreti ministeriali sulle rinnovabili che usciranno la prossima settimana, il cui obiettivo principale sarà, secondo Passera, quello di riallineare gli incentivi italiani al fotovoltaico ai livelli degli altri paesi europei. In questi anni, ha spiegato il ministro, si è fatti un uso non ottimale delle risorse (150 miliardi) di famiglie e imprese per questo settore. In ogni caso, ha aggiunto Passera, bisognerà continuare a sviluppare tutte le rinnovabili, in particolare quelle che portano occupazione nel nostro Paese, evitando però che possano avere degli effetti negativi in termini di costi alti in bolletta come avvenuto in passato.



E a proposito di occupazione, Passera si è detto anche preoccupato per la situazione che si sta verificando nel nostro Paese che ha anche portato a gesti estremi alcuni cittadini, come mostrano i recenti fatti di cronaca. Per risolvere il problema alla radice, ha spiegato il ministro, ci vorrà la crescita, che è l’unica strada per creare lavoro.

Serviranno comunque parti sociali unite e capaci di lavorare insieme. Questo in base all’esperienza del ministro è un elemento importante per le grandi operazioni di rilancio sia aziendale che di settore. L’auspicio è che quindi anche sulla riforma del lavoro si possa ritrovare un’unità complessiva tra le parti.