La stangata, effettivamente, con ogni probabilità ci sarà. La sommatoria di una serie di provvedimenti varati dal governo Berlusconi e dal governo Monti potrebbero determinare un esborso ulteriore per ciascuna famiglia media pari a circa 3.160 euro l’anno. Almeno, stando a quanto prevedono le associazioni dei consumatori. Se calcoliamo anche l’aumento di due punti percentuali di Iva che dovrebbe scattare dal primo ottobre, arriviamo addirittura a circa 4mila euro. A gravare particolarmente sulle tasche dei contribuenti saranno le addizionali Irpef regionali e comunali, l’introduzione dell’Imu, l’aumento dell’Iva varato dalla manovra d’agosto e quello eventuale di ottobre. Tuttavia, a differenza delle voci che stanno circolando nelle ultime ore, Corrado Colombo,Commercialista e Presidente della Compagnia delle Professioni Economiche contattato da ilSussidiario.net, fa presente che difficilmente si riverseranno contemporaneamente in un unico periodo dell’anno. Anzitutto, occorre capire la ratio delle nuove misure impositive introdotte. «Da agosto – spiega – Tremonti aveva permesso ai Comuni di ricominciare ad aggiungere l’addizionale, cosa che era stata bloccata da diversi anni per effetto della medesima legge che aveva soppresso l’Ici. Evidentemente, l’intervento era di corto respiro perché restringeva in maniera insostenibile la finanza locale».
Di per sé, il balzello, era tra i pochi sistemi che consentivano ai comuni di finanziarsi: «Rappresenta uno degli strumenti relativi alla potestà impositiva della amministrazioni comunali e, se vogliamo, un fattore di federalismo fiscale; ovvero, un modo attraverso cui il comune viene valutato dai propri cittadini in virtù di come spende i soldi». Tuttavia, l’aggravio per i cittadini non dovrebbe essere così oneroso: «Le aliquote si misurano attorno all’1%». Ben più pesante, invece, sarà il pagamento dell’Imu. «Effettivamente, tra i sacrifici che gli italiani dovranno sopportare, uno dei maggiori deriva dal pagamento dell’Imposta municipale unica che, come affermano alcuni, potrebbe corrispondere fino a tre volte la vecchia Ici». Non solo: «Ai sacrifici, si aggiungerà il fatto che parte di queste risorse dovranno andare allo Stato, mentre i Comuni, costretti dal patto di stabilità che massacra le loro capacità di spesa, sono obbligati a rivedere i propri servizi, tagliando le prestazioni assistenziali, gli aiuti ai portatori di handicap o aumentando il costo dei trasporti».
In ogni caso, «non mi risulta che il “grosso” della stangata sarà a marzo. L’Imu, ad esempio, si verserà a maggio. Alcuni importi si riverseranno nell’Unico di quest’anno, certo; ma le misure di Monti si applicano dal 2012 e, per chi fa la dichiarazione dei redditi, gli effetti si inizieranno a determinare da giugno del 2013». L’effetto maggiore, in particolare, secondo Colombo si «inizierà ad avvertire quando si pagherà la prima rata dell’Imu. Tanto più che è fissata da ogni Comune (all’interno di un range predefinito) e che tutti i Comuni stanno approvando i bilanci preventivi, definendo le aliquote».