Le stangate non finiscono mai. Nella riforma della Protezione Civile, approvata in via preliminare dal Consiglio dei Ministri, è stata confermata la proposta di aumentare di ulteriori 5 centesimi il costo di un litro di benzina per far fronte alle emergenze. Nella nota diffusa al termine della riunione si legge infatti che «nel momento della dichiarazione dello stato di emergenza si provvede al fabbisogno finanziario utilizzando le risorse del fondo nazionale di protezione civile», ma «qualora sia utilizzato anche il fondo spese impreviste, lo stesso è immediatamente e obbligatoriamente reintegrato con risorse ordinarie e/o con le maggiori entrate derivanti dall’aumento dell’accisa sui carburanti, stabilita dal Consiglio dei ministri in misura non superiore a cinque centesimi per litro». Un provvedimento che, almeno secondo il Codacons, potrebbe avere risvolti disastrosi, arrecando un aggravio di spesa di almeno 73 euro annui per ogni automobilista. Il presidente Carlo Rienzi ha definito l’ipotesi prevista dal governo «semplicemente folle. Disporre per legge il rincaro dei listini alla pompa, quando i prezzi hanno raggiunto livelli record che sfiorano i 2 euro al litro, e dopo una successione incredibile di nuove accise introdotte per finanziare qualsiasi cosa, avrebbe effetti disastrosi sui prezzi al dettaglio in tutti i settori, sui consumi delle famiglie e sulle tasche degli automobilisti, categoria sempre più spremuta come un limone». IlSussidiario.net ne ha parlato con Ugo Arrigo, docente di Scienza delle Finanze all’Università Statale “Bicocca”.



Professore, che cosa ne pensa?

Giudico questo provvedimento in modo assolutamente negativo. C’è una elemento però che non è mai chiaro ogni qualvolta il governo introduce una nuova tassa o ne aumenti una già esistente: in apparenza l’oggetto del finanziamento è assolutamente meritevole di essere finanziata, e nessuno oserebbe dire il contrario riguardo la Protezione Civile. Resta però il fatto che questa esisteva anche in passato, funzionante e finanziata, quindi se adesso viene introdotta una misura del genere può essere solamente per due ragioni.



Quali?

O la protezione civile ha aumentato i suoi costi, aumentando quindi il suo bisogno di finanziamento, oppure semplicemente quei soldi che un tempo finanziavano la Protezione Civile ora sono stati dirottati su altro, e sarebbe interessante capire dove. Il governo annuncia adesso che è necessario aumentare le accise sui carburanti per un motivo apparentemente giustissimo, ma questo significa che i soldi che spettavano prima alla Protezione Civile sono indirizzati al finanziamento di altro che probabilmente è meno meritevole. E’ come se fosse un gioco delle tre carte…

Cosa intende?

E’ un gioco in cui delle fonti finanziarie, naturalmente non molto ricche, vengono spostate da una voce ad un’altra, fino a lasciare scoperta la “carta” più essenziale e più giustificata, che va quindi aiutata aumentando qualcosa a livello di tasse, ma non è certamente una bella strategia. Dal punto di vista dell’efficienza e dell’equità, allora era molto meglio la tassa sugli sms che poi è stata bocciata, che almeno tassava un qualcosa di voluttuario.



Un aumento sulla benzina invece colpisce tutti…

La benzina è già a livelli strepitosi e spesso è usata da chi deve recarsi a lavoro e non ha mezzi pubblici adeguati che possano permettergli di arrivare negli stessi tempi. I consumi di carburante sono sempre stati inelastici, cioè poco reattivi al prezzo, e gli italiani hanno sempre continuato  a consumare carburante nonostante i vari aumenti di prezzo. Però, con un ulteriore aumento come quello a cui si sta pensando, anche se può sembrare molto piccolo, è chiaro che il cittadino farà una riflessione, e mi aspetto come conseguenza principale una contrazione consistente dei consumi.

Come giudica queste mosse del governo?

E’ come se ci fosse una febbre da tassazione, che si manifesta in diversi segmenti e che punta al rialzo, ma ormai resta da tassare praticamente solo l’aria che respiriamo. Provvedimenti del genere sono molto fastidiosi anche dal punto di vista psicologico, e hanno una valenza informativa a mio giudizio molto negativa sul consumatore. I cittadini sono ormai consapevoli che quando fanno il pieno di benzina fanno in realtà il pieno di tasse, quindi non mi stupisce che i consumi di carburante siano in picchiata. Il governo preferisce tassare tutti in modo uniforme, invece che tassare maggiormente solo alcuni, per esempio chi possiede auto di lusso. E sinceramente mi stupisce il fatto che, nonostante le continue tasse che vengono create ogni giorno, il governo goda ancora di una buona popolarità: probabilmente i cittadini in questo momento non vedono alternative possibili peggiori di questa, e quindi accettano di conseguenza questo governo che continua a tassare in maniera eccessiva e certamente non equa.

 

(Claudio Perlini)