Ancora novità sul fronte dell’Imu. Il relatore al decreto fiscale Gianfranco Conte (Pdl) ha anticipato, infatti, che nell’emendamento che presenterà in Commissione fiscale alla Camera, entro lunedì, è previsto che sia pagata in tre rate. Non è chiaro se la modifica si applicherebbe, posto che venga approvata, anche alle seconde case. In tal caso, per i Comuni, sarebbero guai. IlSussidiario.net ha chiesto all’avvocato Claudio Santarelli come valutare la proposta.  «Il governo – spiega – ha già a fatto marcia indietro rispetto alla questione sollevata dai Caf. Anche in questo caso si tratterebbe di un utile ripensamento. Tuttavia, laddove il governo decidesse di introdurre effettivamente tre rate, sarà necessario non risulti tropo fiscale sul fronte delle formalizzazioni. C’è il rischio, infatti, che l’eventuale modifica, apportata con finalità positive, si ritorca contro i cittadini». Non tutti, infatti, potrebbero avere immediata dimestichezza con l’introduzione di una nuova tassa. «Non è escluso che, specie nei comuni piccoli, si determino fraintendimenti o confusioni rispetto alla procedure. E che, di conseguenza, lo Stato si faccia pochi scrupoli e solertemente faccia partire avvisi o cartelle esattoriali».



E’ compito dell’amministrazione pubblica stessa mettere contribuente al pari da simili eventualità. «Devono essere fornite indicazioni chiare e precise su tempi e modalità dei pagamenti. Tanto più che la prima scadenza è estremamente vicina e occorre mettere i cittadini nelle condizioni di poter pagare e fare i propri accertamenti agevolmente, senza essere costretti alle corse per evitare sanzioni». Lo Stato, infine, dovrà evitare errori analoghi a quelli rilevato dai Caf. «Dovrà agire in sintonia con in comuni, tenendo debitamente in conto le loro esigenze di bilancio e i tempi per vararli». L’Anci ha fatto presente che, se effettivamente le rate fossero tre, e si applicassero anche alle seconde case, per i bilanci dei Comuni si determinerebbe una situazione drammatica, con «effetti destanti». Secondo Santarelli, «in questo momento, chi va tutelato è il cittadino. Tanto più che l’Imu rappresenta una risorsa di cui, fino a poco tempo fa, i comuni  non disponevano». Si è ipotizzato che, per pagare l’Imu sulle seconde case, alcuni dovranno usare la tredicesima. «Sono calcoli del tutto verosimili. Per chi non ha crediti d’imposta, ammesso che possano essere utilizzati, sì che si determineranno effetti devastanti». 



Del resto, l’imposta sugli immobili va letta nel contesto tributario complessivo. «Ad oggi il governo non ha varato un solo provvedimento utile alla crescita; per il momento, si è limitato ad aggiungere nuove tasse. Il rischio, quindi, sommando tutti i nuovi balzelli è che i più colpiti in assoluto saranno coloro che, pur avendo una seconda casa, non navigano certo nell’oro; perché, magari, erano riusciti ad acquistarla con fatica». 

 

(P.N.)

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