La vera stangata fiscale, di fatto, non è ancora arrivata. Al momento è preannunciata sinistramente, con i vari decreti del “governo dei tecnici” di  Mario Monti, e fa soffrire gli italiani con una pressione fiscale che è aumentata di circa 600 euro a famiglia. Ma, tempo al tempo, la valanga vera di  tasse, balzelli e delle più svariate imposte mascherate da rincari, arriverà puntualmente verso la fine dell’anno, quando si varerà la famosa “riforma del  mercato del lavoro”, in estate, e quando, ad autunno, si aumenterà l’Iva fino  al 23%. Poi tutti attenderanno con trepidazione la nuova tassa sulla  casa, una sorta di “babbà col botto”, avrebbero detto Arbore e Boncompagni  nell’epica trasmissione “Alto gradimento”, che stenderà definitivamente gli  italiani.   



La Cgia di Mestre e il suo segretario Giuseppe Bortolussi hanno fatto calcoli precisi: in tre anni, dal 2012 al 2014, gli italiani pagheranno 87,3 miliardi di euro in più di tasse. Un salasso che costerà a ogni famiglia circa 8200 euro in più. Il commento della Cgia di Mestre è abbastanza esplicito: “Un sacrificio immane che potrebbe schiacciare il Paese sotto una montagna di imposte, con il rischio, così come ha sottolineato qualche giorno  fa il Fondo monetario internazionale, di raggiungere il pareggio di bilancio  solo nel 2017, e non come previsto dal governo Monti, nel 2013”.    



Ugo Arrigo docente di Scienza delle Finanze all’Università  Statale “Bicocca”, ha già condannato senza mezzi termini le manovre di questo “governo dei tecnici”, sostenendo che una simile tassazione dovrebbe essere oggetto di una verifica di costituzionalità, perchè in questi termini ormai  vengono rovesciati alcuni diritti fondamentali della Carta, dove si precisa che la persona, o l’individuo, viene prima dello Stato e delle istituzioni, quindi  della ragion di Stato e di bilancio dello Stato.    

Professor Arrigo che ne pensa di questo promemoria della Cgia di Mestre, dove  si spiega che siamo solo all’inizio della valanga delle imposte da pagare?  



E’ giusto quello che stanno analizzando. Al momento gli italiani hanno potuto  guardare in faccia solamente le accise, che sono poi l’alimentatore del famoso  “carrello della spesa”, che è aumentato del 5%, una tassa che si sono  ritrovati tutti a dover pagare. E’ incredibile che nessuno si renda conto o faccia finta di non rendersi conto dell’effetto recessivo che hanno queste imposte. In un anno, solo il consumo di carburante per il trasporto è sceso del 10%.  

A questo punto si può, ogni tanto, rivalutare anche le stime del Fmi. E’  davvero impossibile pensare di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013? 

Io credo che la valutazione del Fondo in questo caso sia credibile e ragionevole, perché i livelli di tassazione sono stati fissati senza valutare i livelli di recessione.  

C’è da notare che ormai ci si sbizzarrisce nel trovare fonti di tassazione. Oggi Piero Ostellino, naturalmente relegato in questo caso a pagina 59 del  Corriere, spiega la vergogna per cui degli anziani malati, che devono andare in  un ospizio, sono obbligati a pagare l’Imu sulla casa di proprietà che sono  costretti ad abbandonare.  

Questo fatto non merita commenti, c’è veramente solo da vergognarsi. Ma ogni giorno se ne scopre una. Una gru al lavoro in un luogo pubblico porta la targhetta della società che l’ha fabbricata, quindi fa pubblicità e su questo deve pagare l’imposta della pubblicità. Non vorrei ricordare il “refuso”, così è stato chiamato, dell’ipotetica esenzione dei ticket per i disoccupati e i  loro familiari. Tra un po’ ci faranno pagare anche una tassa sul biglietto con il nostro nome sul citofono, perché ci facciamo pubblicità. 

Ormai questo Stato  e questo governo sembrano una “monarchia assoluta” che non sa più come pagare  le spese del sovrano e continua a chiedere tasse ai suoi sudditi. Non ci sono  neppure spese per la guerra, ma si continuano a tassare per pagare i debiti del  sovrano.   

Pare che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sia preoccupato  per questa non-crescita.  

Lo credo bene. E lo spero. Tutte queste tasse tolgono soldi ai consumi, al  mercato, alla crescita, al risparmio, anche se celebrano la “Giornata del  risparmio”. In realtà è una follia pura il pareggio di bilancio in una simile situazione di recessione.  

Questa era una delle frasi di un grande economista come John Kenneth Galbraith: perseguire il pareggio di bilancio in un periodo di recessione è la  scelta peggiore che si possa fare.  

E aveva perfettamente ragione. Ma qui fanno esattamente il contrario. Guardi comunque che le stime del Fmi sul Pil del mondo prevedono una crescita del 3 e  mezzo per cento, che in fondo in una simile situazione non è male. Il problema  è che va male l’Europa, che c’è soprattutto una recessione europea. Mi chiedo il perché.  

Il rigore imperante. La manovra del “governo dei tecnici”, lo sottolinea anche la Cgia di Mestre, è fatta per quattro quinti da tasse, da nuove entrate. Le  spese non le toccano e non vendono nulla. 

Come essere fuori dal mondo. Persino i nobili inglesi vendono case e ville, quando è necessario, ma non abbassano il loro tenore di vita. Lo Stato italiano abbassa il tenore di vita degli italiani e non vende assolutamente nulla,  neppure un pezzo di quell’enorme patrimonio immobiliare che possiede. Il  decreto della prima manovra, non è “CrescItalia”, ma va chiamato  “FalliscItalia”.

Le conseguenze di tutto questo?

Gravi conseguenze economiche e gravi conseguenze sociali. Qui il problema non  è solo di efficienza. Quello che resta incomprensibile è perché, dopo aver imboccato questa strada sbagliata, continuino imperterriti a percorrerla.   

(Gianluigi Da Rold)