Nel corso di una riunione avvenuta ieri tra governo e maggioranza si è finalmente arrivati a una soluzione riguardo il pagamento della prima rata dell’Imu, la nuova imposta sulla casa. L’allarme era stato lanciato nei giorni scorsi dalla Consulta dei Caf, i centri di assistenza fiscale, secondo cui in mancanza di indicazioni da parte dei Comuni riguardo l’aliquota da adottare, si andava incontro a un caos totale nel momento in cui, entro il 16 giugno, si sarebbe reso necessario versare la prima rata della nuova tassa. Così ecco la soluzione, e nel testo firmato da Antonio Azzollini del Pdl e Mario Baldassari del Terzo Polo, si legge che la prima rata dell’Imu verrà calcolata applicando senza sanzioni le aliquote di base e gli sconti previsti dal decreto salva-Italia: si tratta quindi del 4 per mille sulla prima casa e del 7,6 per mille sulle altre abitazioni, e i Comuni potranno decidere di aumentarle o diminuirle, anche se ancora sono pochissimi ad averlo già fatto. Stangata quindi in parte rinviata, in attesa che tutti i Comuni prendano una decisione definitiva, cosa che dovrà avvenire entro il 30 settembre. IlSussidiario.net ha chiesto un chiarimento della situazione a Gilberto Muraro, professore di Scienza delle finanze presso l’Università di Padovasecondo cui «la vicenda dell’Imu si situa in un contesto di incertezze gravi e diffuse che rendono veramente problematico il rapporto tributario e il lavoro dei commercialisti. Proprio questi ultimi, in sede nazionale e su intere pagine di giornali, hanno mandato una lettera aperta al presidente del Consiglio, spiegando che non si poteva andare avanti in questo modo. Hanno quindi fatto delle denunce puntuali di incertezze diffuse, come proroghe e chiarimenti annunciati all’ultimo momento, obbligando magari a rifare un lavoro già in gran parte impostato, e comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate che si sono spesso rivelate contraddittorie o che comunque sono apparse incongruenti rispetto alla normativa. In questo momento regna quindi un vero caos, e proprio per questo c’è stata questa denuncia aperta da parte dell’Ordine nazionale dei commercialisti ed esperti contabili, che si aggiunge a tutto ciò che è esploso negli ultimi giorni con il caso Imu».
Il professor Muraro, dopo mesi di indecisione e incertezze da parte del governo, si trova però d’accordo sulla soluzione a cui si è arrivati ieri: «Per ora il governo ha fatto bene a stabilire questa regola di buon senso, secondo cui si paga l’acconto su ciò che è attualmente certo, quindi l’aliquota base, mentre poi in sede di saldo ci sarà tempo per fare i dovuti aggiustamenti in base alle aliquote decise dai Comuni. Come sappiamo, infatti, l’Imu prevede una certa discrezionalità comunale, ma non tutti hanno ancora deciso, quindi il contribuente non sa ancora quale sia l’importo che dovrà pagare. Mi sembra quindi che su questo argomento sia stato preso l’unico provvedimento fino ad ora di buon senso, ma per tutto il resto è necessario fare una riflessione: il governo sta certamente vivendo una fase di lavoro forsennato, e questo bisogna riconoscerlo, però deve dimostrarsi consapevole che il fatto è grave e che quindi deve impiegare tempo, buona volontà e competenza per chiarire tutta la situazione, perché non è possibile andare avanti così. Adesso che è stata fatta la legislazione, bisogna quindi lavorare affinché tutta la catena delle decisioni applicative sia coerente, chiara, semplice e possibilmente stabile».
(Claudio Perlini)