Com’era chiaro ormai da tempo, una nuova ondata di rincari su carburanti e carrello della spesa sta ulteriormente alleggerendo il portafogli degli italiani. E’ l’Istat a confermare nelle stime preliminari che ad aprile il prezzo della benzina ha fatto segnare un aumento del 20,8% su base annua, in forte accelerazione rispetto al mese di marzo (+18,6%) e con un rialzo tendenziale che è il più alto almeno dal gennaio del 1996. L’impennata riguarda anche i beni energetici regolamentati, in particolare l’energia elettrica (+3,6%) e il gas (+1,5%), mentre dal primo maggio, come quanto deciso dall’ Autorità per l’energia elettrica e il gas, la bolletta subirà un rincaro del 4,3%. Sempre ad aprile il rincaro annuo del carrello della spesa, quindi i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza, è del 4,7%, un valore superiore al tasso d’inflazione che questo mese resta invece stabile al 3,3%. Il Codacons lancia l’allarme, sottolineando che i rincari annunciati dall’Istat si tradurranno in un aggravio pari a 635 euro all’anno per una famiglia di tre persone e di 686 euro all’anno per una di quattro. Inoltre, l’associazione dei consumatori è preoccupata dal possibile aumento dell’Iva a ottobre, che si tradurrebbe in un’ulteriore spinta sui prezzi. IlSussidiario.net ha chiesto un commento a Giuseppe Colangelo, Docente di Economia Politica all’Università dell’Insubria, che non si dice comunque sorpreso: «Il prezzo del petrolio è già da parecchi mesi in ascesa, quindi stiamo semplicemnete assistendo al prosieguo di questo trend, che ovviamente colpisce la benzina. Per il breve periodo non possiamo aspettarci dei miglioramenti, quindi gli italiani dovranno convivere con dei prezzi molto elevati di benzina e gasolio». Anche gli aumenti dei prezzi di gas ed elettricità, ci spiega Colangelo, in parte «sono legati a manovre del governo, come revisioni di accise o di oneri contributivi, che si riflettono sulla bolletta».
Per quanto riguarda invece il cosiddetto carrello della spesa, «i rincari sono fortunatamente più contenuti, anche se il potere d’acquisto del salario degli italiani continua comunque a ridursi. Per convivere con questa situazione economicamente sfavorevole, gli italiani possono innanzitutto contenere leggermente i consumi, stare più attenti ai prezzi, evitare gli sprechi, confrontare i prezzi dei diversi supermercati e fare più affidamento sulle cosiddette “private label”, cioè le marche commerciali: a volte capita infatti che gli stessi supermercati collochino sul mercato dei prodotti con il proprio marchio, che può portare a sconti anche del 25% rispetto ai prezzi delle marche industriali».
Non stupisce invece il fatto, ci dice ancora il professor Colangelo, che il tasso di inflazione annua resti stabile al 3,3%, perché «a livello macroeconomico emerge come tasso di crescita calcolato su una media ponderata dei prezzi: abbiamo finora citato i prezzi dei beni che sono aumentati, come carburanti e alcuni generi alimentari, ma ci sono anche prezzi di beni che invece sono in riduzione, come diversi prodotti elettronici, telefonini e smartphone. E’ chiaro quindi che il calo di altri prezzi controbilancia l’aumento di quelli di cui abbiamo parlato».
Colangelo conclude confermando la preoccupazione espressa dal Codacons, secondo cui aumentare a ottobre l’Iva significherebbe una ulteriore spinta sui prezzi già alle stelle: «Suggerirei al governo di fare il possibile per evitare un ulteriore inasprimento dell’Iva a ottobre. Se questa spending review riuscisse a far recuperare quei 4-5 miliardi di euro di cui il Paese ha bisogno, potremmo eviatare di andare a peggiorare una situazione già di per sè molto negativa».
(Claudio Perlini)