Una tassa di tre centesimi per ogni bottiglia o lattina di bevanda gassata. E’ questa la proposta del ministro della salute Renato Balduzzi lanciata alla trasmissione di Radio 1, “Radio Anch’io” contro le bevande ipercaloriche. La proposta fa parte di una campagna lanciata qualche settimana contro il cosiddetto “junk food”, che i medici indicano come prima causa di diabete in Italia. Il ministro richiama tutti al consumo di cibi più salutari e ad evitare bevande e alimenti che contengano conservanti o che abbiano un elevato contenuto di grassi idrogenati e, quindi, calorici. Una battaglia che potrebbe permettere allo stato di ricavare circa 250 milioni di euro all’anno da destinare alla costruzione di strutture ospedaliere e centri specializzati in nutrizione. Per ora, esclude il ministro non c’è nessuna intenzione di tassare i cibi ipercalorici, come detto qualche tempo fa ma un progetto su un piccolo surplus per le bevande iper- zuccherate. Un prelievo che, secondo il ministro, non danneggerebbe i cittadini ma incentiverebbe le famiglie a dare un freno ai ragazzi che, secondo dati del Ministero, più del cinquanta per cento consuma troppe bevande gassate. Nessuna tassa sul cioccolato o sugli hamburger, dunque, ma, spiega Balduzzi è allo studio la possibilità di alcuni accordi con i produttori. Il Ministero sta infatti avviando un tavolo di confronto con i produttori e Ministero dell’Agricoltura per diminuire la percentuale di grassi nei cibi prodotti, soprattutto cercando di abbattere la presenza di grassi saturi. Tutt’altro discorso, dunque, dal prelievo sulle bevande che il Codacons boccia totalmente. Per del suo presidente Carlo Rienzi, il movimento dei consumatori stigmatizza l’ipotesi lanciata da Balduzzi come una scusa per metter mano alle tasche dei cittadini e si chiede perché oltre alle bibite non si tassi anche altri alimenti super calorici come patatine fritte e merendine. Coldiretti chiede, invece, che al posto della tassa venga semplicemente alzata la percentuale di frutta contenuta nei succhi, per ora ferma solo al 12%.
Prevedibile la reazione furente di Assobibite che trova ingiusto colpire una sola categoria: con dati alla mano l’associazione fa notare che le bevande gassate in Italia apportano meno del 2% all’apporto calorico giornaliero e largamente al di sotto della media europea.