“Quelle del presidente Obama sono soltanto parole. Le sue dichiarazioni sulla necessità di una riforma di Wall Street non sono affatto credibili, perché nella campagna del 2008 ha ricevuto fondi dalle società finanziarie e la stessa cosa si ripeterà quest’anno. Nei fatti il presidente democratico non è per nulla diverso dal candidato repubblicano, Mitt Romney”. Ad affermarlo è William Jesse, portavoce del movimento Occupy Wall Street che da mesi sta protestando contro lo strapotere delle lobby finanziarie Usa. E’ di ieri la notizia che le perdite di JPMorgan per le scommesse eccessivamente rischiose, stimate pari a 2 miliardi di dollari, sarebbero aumentate negli ultimi giorni del 50%, raggiungendo quota 3 miliardi. Il presidente Obama, in risposta al caso JPMorgan, intende introdurre una rigida applicazione della Volcker Rule, la norma non ancora in vigore che proibisce gli investimenti speculativi delle banche.



Il presidente Obama ha dichiarato che una riforma di Wall Street è indispensabile. È d’accordo con lui?

Sono d’accordo sulla necessità di una riforma di Wall Street, ma non sul modo in cui Obama la sta portando avanti. C’è bisogno di un sistema che funzioni per tutti e che sia stabile. I fatti recenti che riguardano JPMorgan dimostrano che l’attuale sistema non è sicuro.



In che modo è possibile creare un sistema finanziario stabile?

Occorre introdurre regole più rigorose per le transazioni finanziarie. Deve essere un sistema che favorisce le persone comuni e non soltanto gli investitori e le società. Se quindi le aziende si assumono dei rischi eccessivi, il costo non deve essere pagato dal governo. Cioè dalle persone. La riforma di Wall Street è stata una delle principali promesse elettorali di Obama.

Non l’ha ancora realizzata perché non ha voluto o perché ha incontrato delle resistenze troppo forti?

Penso per entrambi i motivi. Il presidente Obama ha bisogno del sostegno delle banche per rimanere al potere. Nel 2008 ha accettato del denaro dalle società finanziarie e la stessa cosa si ripeterà per il 2012. Questa è la motivazione principale per cui Obama non ha intrapreso nessuna azione decisa per una riforma di Wall Street.



Quali sono quindi le differenze tra Obama e Romney?

La differenza è che Obama è intervenuto apertamente a favore della riforma e Romney no. Durante la campagna elettorale, del resto, si fanno molte affermazioni come quelle del presidente Usa, ma sul piano pratico Obama e Romney sono molto simili. Uno promette e non mantiene, l’altro neppure promette.

 

Qual è la forza delle lobby di Wall Street che si oppongono a qualsiasi riforma?

 

È un’opposizione molto potente. Non fanno solo del lobbismo, sostenendo i politici con donazioni per la loro campagna, ma ricoprono anche posizioni all’interno dell’esecutivo. Riescono così a essere influenti in vari modi, tanto che parecchie delle iniziative politiche cui assistiamo sono dovute alla loro influenza. Il loro interesse nelle decisioni politiche è elevato.

 

A suo parere, Obama è davvero interessato a una seria riforma di Wall Street?

 

Probabilmente pensa che sia una cosa buona, ma non credo vorrà veramente intraprendere azioni forti a tal proposito, né penso che stia pianificando iniziative drastiche. È stato eletto nel mezzo della crisi e non può fare a meno di affrontare questo argomento. Per questo ne parla, ma di per sé ciò non vuol dire che prenderà iniziative. Anche perché siamo di fronte a un problema più grande e cioè che i politici non agiscono veramente per l’interesse pubblico, ma fanno ciò che interessi particolari e gli interessi del grande business gli dicono di fare.

 

Lei ha detto che nel 2008 Obama ha ricevuto donazioni dal mondo finanziario. Esiste ancora questo legame?

 

Sì, e si tratta di connessioni ben documentate. Nel suo staff vi sono ex operatori di Wall Street e, inoltre, lui ha rapporti con lobbisti e riceve finanziamenti dal mondo finanziario. Può anche essere che qualcuno come Romney riesca a creare con Wall Street relazioni migliori di quelle di Obama, ma rimane il fatto delle buone relazioni di Obama con i lobbisti di Wall Street.

 

Quali prove si possono portare di questi rapporti tra Obama e le lobby di Wall Street?

 

I contributi finanziari ricevuti durante la campagna devono essere resi pubblici e quindi tutti possono prenderne conoscenza. Non è un segreto. A New York Obama ha organizzato raccolte di fondi con il mondo finanziario.

 

(Pietro Vernizzi)