Una grande scommessa per la community del Real Estate, in un momento tanto difficile per l’economia mondiale e del nostro Paese. Una sfida che ha raccolto EIRE Expo Italia Real Estate, la Fiera dell’immobiliare organizzata a Milano da Ge.Fi, dal 5 al 7 giugno prossimi. Oltre cento protagonisti tra fondi, broker e banche d’affari provenienti dall’America, dall’Asia e dall’Europa si incontreranno a Rho-Pero per vagliare le migliori opportunità di investimento e di sviluppo per l’Italia. I numero parlano chiari: 454 espositori e oltre 70 appuntamenti, tra convegni ed eventi. Ed è proprio il nostro Paese al centro di un progetto che punta a mettere in risalto le eccellenze italiane del settore. Con il book “The best of Italy” i nostri imprenditori del Real Estate hanno una grandissima occasione: presentare al mercato internazionale i progetti più innovativi per far, finalmente, ripartire il settore immobiliare. IlSussidiario.net ha raggiunto Roberto Benaglia, Presidente del Comitato Scientifico EIRE che ha curato la stesura del patto fra imprenditori del Real Estate e mondo bancario.
Eire mette in campo un progetto coraggioso nonostante la crisi. Non vi spaventa?
È proprio nei momenti di crisi che occorre provare a mettere in campo le proprie abilità e certamente è un progetto audace, ma necessario per rimettere in moto il mercato.
Qual è oggi lo stato dei rapporti fra gli imprenditori del Real Estate e il mondo bancario?
Questo è proprio uno degli argomenti fondamentali dell’edizione di quest’anno di EIRE. È evidente che in questo momento ci sia un’enorme difficoltà di accesso al credito da parte degli imprenditori e che quest’aspetto sta di fatto paralizzando il settore. Il rapporto, non lo nego, è in questo momento molto difficile, ma motivato dal quadro finanziario in cui si trovano le banche, che hanno grosse difficoltà a proporre linee di credito. Noi siamo perfettamente consapevoli della situazione e proprio per questo occorre sedersi intorno a un tavolo e trovare un modo per selezionare criteri di eccellenza: credito, seppur limitato, ma a chi lo merita veramente.
Che cosa ha determinato il cambio di passo da parte delle banche che oggi sembrano sempre più indisponibili a finanziare progetti Real Estate?
Il motivo principale va sicuramente ricercato nella scarsa liquidità con cui le banche oggi devono fare i conti. Si è registrata una riduzione di valore del capitale e del monte operazioni. Poi l’andamento del mercato sta creando non pochi problemi.
Quali sono le nuove basi su cui si può scrivere un nuovo patto fra banche ed imprese?
Occorre definire un profilo condiviso che tracci delle linee guida. Penso a criteri di validità, o dall’altra parte del rischio, di un’operazione immobiliare. Se possibile, l’ideale sarebbe arrivare a una sorta di “rating delle operazioni immobiliari”: quelle che operano bene e hanno un rating elevato devono trovare un’apertura da parte delle banche, quelle che hanno minor situazione di merito avranno più difficoltà.
Come è vista oggi l’Italia dagli investitori internazionali del Real Estate?
È percepita come un Paese interessante con delle grandi opportunità, ma ci sono evidenti difficoltà operative.
Quali sono gli investitori più attivi oggi sul settore immobiliare? Verso quale parte del mondo occorre andare per promuovere le opportunità italiane?
Semplicemente, occorre muoversi verso i capitali. Direi, l’Oriente e i paesi che emergono da un punto di vista patrimoniale. Del resto, le ultime grandi transazioni fatte in Italia sono guidate dai paesi Mediorientali o dai Paesi asiatici che non arrestano la corsa dello sviluppo.
Eire ha radunato i migliori progetti in un book a disposizione degli investitori: uno strumento piuttosto innovativo.
Lo sforzo che Eire ha messo in campo quest’anno è stato quello di cercare di proporre un book con i migliori progetti, ma abbiamo anche attivato gli investitori internazionali per a venire a leggere questo strumento ed, eventualmente, a prendere contatto con i progetti che ritengono più interessanti. È un’opportunità grandissima per i nostri imprenditori per allacciare rapporti con clienti nuovi e venire a contatto con realtà di paesi lontani. È uno stimolo per il mercato italiano.
(Federica Ghizzardi)