Il risultato delle elezioni ad Atene, con la vittoria dei conservatori europeisti e lo scongiuramento della possibilità che la Grecia uscisse dall’euro non è stato sufficiente per galvanizzare le borse. Né quelle italiane né quelle europee. Tanto per cominciare, Piazza Affari, dopo aver dato dei segnali positivi, chiude in ribasso, con l’indice Ftse Mib in calo del 2,85 per cento e a 13.009 punti. Mal anche la Borsa di Madrid, dove l’indice Ibex 35 ha segnato -2,99 per cento a 6.518,40 punti. L’indice principale della borsa di Londra, invece, guadagna uno scarso +0,07 per cento, Parigi cede il -0,57 per cento, Amsterdam il -0,27 per cento, Stoccolma il -0,29; Francoforte, invece, guadagna lo 0,23 per cento e Zurigo il 0,44. Registrano un andamento negativo, in particolare, gli istituti di credito. Come se non bastasse, il differenziale tra i titoli decennali italiani e gli omologhi tedeschi è a livelli altissimi. Lo spread tra bund e bpt, infatti, si attesta, in chiusura, a 464 punti base. Elementi che hanno spinto il presidente del Consiglio Mario Monti ad una serie di ragionamenti. Secondo Monti si è reso evidente come la Grecia non sia stata sufficiente a convincere i mercati. E’ la riprova del fatto, ha ribadito, è quanto mai necessaria un’unione politica. Il premier, in particolare, ha fatto presente che l’unica strada percorribile per giungere ad una sorta di soluzione si quella di una maggiore integrazione. E’ fondamentale – ha spiegato – per superare i «vizi di origine» dell’Europa. Poi, ci ha tenuto a sottolineare come l’Ue non sia di certo l’unica fonte della crisi in atto che, invece, va ricercata anche e soprattutto altrove, in particolare modo negli Stati Uniti. Discutendo al telefono, mentre si trovava in Messico per il G20, con il leader di Nuova Democrazia Antonis Samaras e con il capo del Pasok, il socialista Evangelos Venizelos, ha voluto invitare quest’ultimo a rompere gli induci ed entrare in un governo di unità nazionale. Monti, poi, proceduto, spiegando, in concreto, in cosa possano consistere alcune misure utili a ridefinire, nel senso da lui inteso, il concetto di Europa.
Si è detto, cioè, convinto del fatto che sia necessario definire «una chiara road map con interventi concreti per rendere l’euro più credibile». Rispetto alla Grecia, non ha escluso l’ipotesi di dilazionare i suoi impegni precisando, tuttavia,che si tratta di una decisione che dovrà essere assunta del Consiglio europeo.