Oggi è l’ultimo giorno utile per il pagamento della prima rata di acconto dell’Imu, l’imposta municipale unica che è ritornata a colpire la prima casa degli italiani a seguito del decreto “salva-Italia” approvato a dicembre. In queste ultime settimane i Caf e gli uffici dei commercialisti hanno lavorato alla clemente per aiutare i contribuenti a predisporre e compilare correttamente il famigerato modello F24, che serve per effettuare il pagamento all’Agenzia delle entrate attraverso banche e uffici postali. Una semplice operazione che però era stata complicata dal fatto che alcuni sportelli non accettavano il modello F24 se sprovvisto del numero di rateazione scelto. Tutto risolto per fortuna negli ultimi giorni. Ciononostante Unimpresa stima che solo il 60% dei contribuenti verserà l’acconto dell’Imu entro oggi. Addirittura l’Unione nazionale di imprese si spinge a dire che il 10% degli italiani non rimedierà pagando in ritardo e nemmeno si preoccuperà dei successivi versamenti: semplicemente non pagherà l’Imu. Chi oggi non rispetterà la scadenza dovrà in ogni caso fare i conti con una sanzione pari a circa il 6% dell’importo dovuto.



I problemi dell’Imu non nascono comunque con la scadenza odierna. Si tratta di una tassa che è stata fin dall’inizio circondata dalle polemiche, soprattutto per quel che riguarda la sua chiarezza. In effetti, già il suo calcolo aveva creato non pochi problemi, soprattutto per quel che riguarda le aliquote definitive, che ancora rimangano sconosciute dato che non tutti i comuni hanno deliberato l’ammontare delle stesse. Si sa solo che potranno muoversi in un range limitato rispetto alle aliquote base (4 per mille per la prima casa e 7,6 per mille per gli altri immobili). Per questo motivo è stato in pratica reso impossibile versare l’Imu in un’unica tranche: il pagamento dell’Imu terrà gli italiani impegnati fino alla fine dell’anno, precisamente fino al 17 dicembre, data in cui dovrà essere effettuato l’ultimo versamento. Per alcuni contribuenti si tratterà della seconda rata, per altri della terza (in questo caso la seconda andrà versata entro il 17 settembre): dipende dalla scelta che verrà fatta da ogni singolo contribuente. Di certo entro tale termine i comuni dovranno fornire l’aliquota finale per il calcolo effettivo dell’Imu.



Ma questa non è stata l’unica modifica dell’Imu: in principio non esisteva infatti alcuna detrazione particolare per i figli a carico, ma solo per la prima abitazione. È stato solo attraverso il voto del Parlamento che è poi giunta questa importante modifica per le famiglie italiane.

Il Governo ha stimato un gettito complessivo dall’Imu per oltre 21 miliardi di euro. Se fossero giuste le previsioni di Unimpresa sui mancati pagamenti, a fine anno potrebbero mancare all’appello più di 2 miliardi.

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