L’indice Ftse Mib di Milano ieri ha toccato i minimi storici del 9 marzo del 2009, mentre la Borsa peggiore è stata quella tedesca. All’origine c’è la crisi dell’Eurozona e le difficoltà a individuare un accordo su come intervenire per aiutare le banche spagnole. La Banca centrale di Madrid ha reso noto che nel primo trimestre del 2012 c’è stata una fuga di capitali dal Paese pari a 97 miliardi di euro e che altri 31,4 miliardi di euro sono stati prelevati dai conti correnti. Ilsussidiario.net ha intervistato il professor Francesco Forte per chiedergli che cosa ci sia all’origine di questo venerdì nero.



Professore, che cosa ha causato il crollo delle Borse di ieri?

In una fase di stazionarietà della crisi dei debiti pubblici, le difficoltà si sono ripercosse sulla crisi bancaria spagnola, a partire da Bankia, ritrasmettendosi quindi all’economia reale. Le Borse ne stanno quindi risentendo. Fino a poco tempo fa l’epicentro della crisi si trovava nei debiti pubblici, ora invece incomincia a collocarsi nei mercati finanziari privati.



A chi spetterebbe intervenire?

Un mancato intervento, che però Draghi sollecita, non può essere attribuito né alla Bce, né al suo statuto. È la Germania che nicchia, mentre gli altri paesi non hanno una capacità di convincere la Merkel creando un fronte comune per indurre Berlino a dire di sì su questi provvedimenti che riguardano essenzialmente il settore bancario. La depressione economica dell’Europa meridionale si sta abbattendo anche sulla Germania.

Il crollo dell’indice di Milano ha anche un significato politico?

L’inerzia del governo Monti in relazione alle politiche di crescita del nostro Paese e di contrasto alla depressione è veramente strana. Le raccomandazioni fatte un anno fa al governo Berlusconi, e che per l’opposizione di Tremonti non erano poi state varate, hanno portato alle dimissioni del Cavaliere per motivi economici e non per la sfiducia del Parlamento.



Perché ora Monti non approva le misure per la crescita?

Il governo Monti, che gode di una maggioranza ben più vasta rispetto all’ultimo governo Berlusconi, potrebbe varare il pacchetto per la crescita senza incontrare alcun ostacolo politico. Invece il presidente del Consiglio non ha nemmeno tentato di presentare delle misure al vaglio dell’esecutivo e poi del Parlamento. In una fase in cui la disoccupazione aumenta e si sta attraversando una fase negativa a livello europeo, la posizione del nostro governo è veramente preoccupante.

Il rigore della Merkel nei confronti degli altri paesi europei finirà per affondare la stessa Germania?

Questa è una semplificazione, in quanto oggi esiste un altro problema ben più grave di quello greco. Alla spagnola Bankia mancano 15 miliardi di euro di capitale e il governo di Madrid non è in grado di finanziarla, in quanto dovrebbe emettere debito pubblico superiore all’1% del Pil spagnolo. Bankia rischia di fallire determinando effetti negativi a catena. La preoccupazione per questo scenario sta determinando fughe di depositi dalle banche spagnole e, di conseguenza, anche dagli istituti di credito dei paesi vicini. Questi fenomeni si potrebbero evitare se ci fosse un intervento del fondo salva-Stati per acquistare quote di Bankia, ricapitalizzandola per 15 miliardi. Ovviamente si creerebbe il precedente, per cui un’autorità europea dovrebbe intervenire nel caso d banche con problemi, e questo come dice Draghi comporterebbe che ci sia un’autorità europea di alta vigilanza su tutte le banche.

 

In che modo è possibile garantire i depositi bancari?

 

I depositi bancari dovrebbero essere garantiti a livello europeo, con pagamenti assicurativi da parte delle banche, ma in un pool unico europeo. La Germania non accetta queste soluzioni. Monti non ha la bacchetta magica, ma il nostro premier, che dovrebbe essere un tecnico oltre che un esperto di economia monetaria, non si è associato al presidente della Bce Draghi per chiedere questo intervento che la Spagna sollecita. Questo fatto dimostra un’inerzia e un’incapacità di intervenire molto grave da parte del nostro governo. Solo se gli altri paesi si muovono a fare un pressing sulla Germania, è possibile infatti fare cambiare idea alla Merkel.

 

(Pietro Vernizzi)

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