Secondo Ben Bernanke, presidente della Federal Reserve intervenuto nel corso di un’audizione alla commissione economica congiunta del Congresso, la crisi che sta attraversando l’Europa pone «significativi rischi» agli Stati Uniti. Proprio per questo, continua a spiegare Bernanke, la Fed è pronta a «proteggere l’economia Usa se la crisi dell’euro peggiora. Una crisi che pesa su export, imprese e sulla fiducia dei consumatori». Bernanke si è poi soffermato su dettagli riguardanti l’economia americana: «La crescita economica americana – ha sottolineato – prosegue a un tasso moderato. Nei primi mesi del 2012 la crescita del Pil reale è stata a un tasso di circa il 2% annuo, rispetto al +3% fatto registrare nel primo trimestre dello scorso anno». Inoltre è giunta l’attesa apertura di Bernanke nei confronti di un nuovo piano di quantitative easing (il cosiddetto QE3), a seguito dei preoccupanti dati sull’occupazione nei primi mesi dell’anno: La Fed, spiega il presidente, «rivede regolarmente le dimensioni e la composizione dei titoli in suo possesso ed è pronta ad aggiustare di conseguenza questo pacchetto per sostenere una ripresa economica più solida in un contesto di stabilità dei prezzi». Bernanke ha anche ribadito che «prima dobbiamo determinare la situazione dell’occupazione e dell’inflazione, quindi valuteremo la necessità di ulteriori azioni. Ma la politica monetaria non è una panacea». Intanto nelle ultime ore il presidente americano Barack Obama è tornato nuovamente all’attacco diplomatico con due telefonate, rivolte al premier Monti e alla cancelliera Merkel, a cui ha ribadito la necessità di «rafforzare la capacità della zona Euro di rispondere alla crisi e stimolare la crescita in Europa». Secondo quanto dichiarato da Obama, Monti, la Merkel e Draghi «sono d’accordo sull’importanza di intraprendere passi per rafforzare l’area euro e la crescita in Europa e a livello globale». Nella consueta conferenza stampa che segue la riunione del Consiglio Direttivo di Francoforte, Mario Draghi ha però fatto sapere che «non è equilibrato affermare che solo l’Europa ha responsabilità nella crisi. E’ vero che le tensioni sui mercati al momento sono legate all’Europa ma ci sono altri paesi che hanno le loro responsabilità e non hanno ancora risolto i loro problemi».
Poco dopo ecco la risposta della Casa Bianca attraverso il portavoce del presidente Obama, Jay Carney: «Sembra che gli europei stiano agendo con un senso di urgenza e ciò è positivo», ha detto, sperando in una «azione spedita» europea per affrontare la crisi del debito.