Aprendo i lavori del consueto convegno di Santa Margherita Ligure, il presidente dei Giovani di Confindustria, Jacopo Morelli, lancia l’allarme: a causa della «disoccupazione che cresce, imprese che falliscono, tensione sociale», l’Italia è ormai «ai limiti della frustrazione» e «la protesta civile rischia di esondare in rivoli minacciosi e inaccettabili». Per questo, prosegue Morelli, «siamo in prima linea», riprendendo il titolo del convegno dei Giovani imprenditori. Il simbolo è invece «un filo spinato», «una immagine dura, come la situazione attuale, che impone azioni coraggiose». Morelli continua poi il suo intervento toccando diverse tematiche, dal ruolo dei diversi schieramenti politici alla pressione fiscale: «Le organizzazioni politiche tornino a svolgere la funzione cruciale di collegamento fra istituzioni e cittadini, ascoltandone le istanze e traducendole in un ampio e solido progetto di futuro», ha detto il presidente dei Giovani di Confindustria, spiegando che «il primo passo è una nuova legge elettorale in grado di selezionare i migliori e superare lo scollamento fra eletti ed elettori. A questo sono da aggiungere regole trasparenti nella gestione dei partiti e una profonda revisione del sistema di finanziamento, perché quello cui finora abbiamo assistito è stato un arbitrario spreco di denaro pubblico». Ai Giovani di Confindustria preoccupa in particolare «la demagogia. I problemi da risolvere non ammettono la scorciatoia dell’urlo e dell’invettiva. Non servono tribuni. Abbiamo bisogno di proposte serie, concrete, realizzabili. Solo così la partecipazione alla vita pubblica resta esercizio nobile verso il bene comune e la Repubblica». Si parla poi di evasione fiscale, che secondo Morelli «fa parte della zavorra di inciviltà che attanaglia l’Italia: le tasse vanno pagate». Le imposte, ribadisce Morelli, «vanno criticate se ingiuste e inique, ma vanno pagate. Proprio perché le paghiamo possiamo da cittadini riaffermare come pochi giorni fa ha fatto anche il Governatore della Banca d’Italia che hanno superato il limite della tollerabilità e minano la spessa dello sviluppo». 



Infatti, secondo il presidente dei Giovani di Confindustria, «il peso fiscale, assieme a quello burocratico, penalizza lavoratori e imprese italiani al limite di un incomprensibile autolesionismo. Talvolta ci sentiamo bersagliati da un fuoco amico».

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