Il presidente Barack Obama è tornato a lanciare un allarme per le condizioni economiche dell’Eurozona, dopo essersi espresso ripetutamente sull’argomento nei giorni scorsi. Il numero uno della Casa Bianca è arrivato a paventare il ritorno della Grande Depressione, con una spirale senza ritorno innescata dall’austerity tedesca e in grado di portare la disoccupazione al 25%. “L’Europa ha il nostro sostegno e può farcela, ma è una delle nostre grandi preoccupazioni – ha rimarcato Obama -, perché è il nostro partner commerciale maggiore. Servono misure dure, adesso. Prima i leader europei agiranno, prima il mercato e la gente potranno tornare ad avere fiducia e prima potrà esserci la ripresa”. Riferendosi ai leader europei, il presidente democratico ha quindi aggiunto: “Sono stato in contatto frequente con loro nelle ultime settimane e sappiamo che ci sono misure specifiche che possono adottare adesso per evitare che la situazione peggiori in futuro. Ci vorrà del tempo ma abbiamo visto che c’è già un impegno politico e una forte responsabilità nei confronti di un’Europa integrata e questo sarebbe già un importante passo in avanti”. Quindi Obama ha parlato anche del nostro Paese: “Nazioni come Spagna e Italia hanno fatto intelligenti riforme strutturali sul fisco e il mercato del lavoro, ma devono avere il tempo e lo spazio perché queste riforme abbiano il loro esito. Se si fanno solo tagli, le persone faranno sempre un passo indietro e non spenderanno”. Ilsussidiario.net ha intervistato il consulente economico americano Dorman Wood, presidente della Dorman Wood Associates, per chiedergli un commento sulla crisi dell’Eurozona vista dagli Stati Uniti.
Qual è la sua opinione sulla crisi dell’Eurozona e quali sono secondo lei le probabilità che l’euro continui a esistere?
Le conseguenze della crisi nell’Eurozona vanno ben al di là dell’Eurozona stessa, colpendo anche le economie degli altri Paesi. Non sembra peraltro che vi siano in vista soluzioni per l’immediato, tuttavia penso che alla fine si verrà fuori da questa situazione e che l’euro continuerà a esistere.
Da che cosa derivano le preoccupazioni sull’Europa della Casa Bianca, che hanno causato ripetuti interventi critici del presidente Obama?
La maggiore preoccupazione per il presidente Obama è quanto la permanente crisi nell’Eurozona possa influenzare negativamente la ripresa dell’economia negli Stati Uniti. Un euro instabile rende evidentemente più difficile per i produttori statunitensi vendere i loro prodotti nei Paesi appartenenti all’Eurozona. La Banca Centrale Europea ha deciso di non apportare variazioni al tasso di interesse.
A suo parere, la BCE doveva invece tagliare il tasso, come richiesto dal FMI?
Il presidente della BCE, Mario Draghi, ha dichiarato che la Banca avrebbe mantenuto l’attuale tasso all’1%. Nonostante nel secondo trimestre preveda per l’Eurozona una “crescita indebolita” e “incertezza”, si aspetta anche un “ graduale recupero” nell’economie delle varie aree. Il principale obiettivo della BCE è di mantenere la stabilità dei prezzi, con una lotta all’inflazione dentro l’Eurozona. Il Fondo Monetario Internazionale può certo dare indicazioni agli altri organismi, ma non ha nessuna autorità per imporre le proprie raccomandazioni.
Cosa dovrebbe fare l’Europa per trovare una soluzione a questa crisi?
La crisi finanziaria dell’Eurozona sembra avere le proprie radici nei debiti sovrani e nei disastrati sistemi bancari di alcuni Stati membri. Ora come ora, i problemi più seri sembrano riguardare Grecia, Spagna e Portogallo, che potrebbero perfino essere costretti ad abbandonare l’Unione Europea. Altri Paesi europei possono senz’altro offrire il loro aiuto, ma la soluzione definitiva deve essere trovata all’interno di questi tre Paesi.
Qual è la sua opinione circa la costituzione di un’unione bancaria all’interno dell’UE e sulla possibilità che la BCE possa stampare moneta, come la FED?
Dal mio punto di vista, la creazione di un’unione bancaria nell’UE non sembra essere la soluzione ai problemi attuali dell’Eurozona. Così come penso che autorizzare la BCE a stampare moneta possa servire solo a deprezzare ulteriormente l’euro.
(Pietro Vernizzi)