Avvio incerto e poi negativo per Piazza Affari. La Borsa di Milano nella tarda mattinata di scambi vede l’indice Ftse Mib perdere lo 0,26% a quota 13.832,7 punti; mentre il Ftse All-Share mostra un calo dello 0,25% a 14.788,91 punti. Tra i bancari, cala Mps (-0,50%), mentre salgono Intesa Sanpaolo (+0,39%) e Unicredit (+1,32%), in virtù dell’approvazione ieri in serata del nuovo assetto organizzativo. Pesanti Mediaset (-3,70%) per la prosecuzione delle vendite e il comparto del lusso, con Ferragamo (-2,18%) e Tod’s (-2,84%). Dopo i rialzi di ieri deboli anche gli industriali, con Finmeccanica (-2,51%), Fiat Industrial (-4,10%) e Fiat (-1,01%).
Unicredit torna al territorio. Approvato ieri in serata dal cda di Piazza Cordusio il nuovo progetto di riorganizzazione societaria. Positiva la reazione in borsa che, a tre ore dall’apertura, vede il titolo crescere a 2,776 euro con una variazione dell’1,83%. Il nuovo assetto organizzativo, che conferma quanto già deciso con il Piano strategico presentato a novembre 2011 e che sarà operativo da metà gennaio dell’anno prossimo, prevede un ruolo più forte della capogruppo, ma soltanto relativamente al controllo e gestione dei processi manageriali. Mentre le società, sia nei diversi paesi, sia nei processi locali, godranno di maggiori autonomia e responsabilità; verranno semplificati i processi tramite meccanismi decisionali rapidi; a livello locale le singole società torneranno ad avere a disposizione maggiori strumenti per gestire l’attività di banche commerciali.Mentre la divisione globale corporate e investment banking rafforzerà il proprio focus sulle multinazionali e i grandi clienti nei Paesi dell’Europa occidentale.
Insieme con Unicredit, i maggiori rialzi stanno riguardando Mediolanum (+0,61%), Enel Green Power (+0,60%), Ansaldo Sts (+0,56%). Seguono Intesa San Paolo (+0,39%) e Terna (+0,29%). Male FonSai (-4,89%), che fa registrare il peggiore ribasso, Fiat Industrial (-4,10%), Mediaset (-3,70%) e Finmeccanica (-2,70%).
In Italia lo spread, all’indomani della presentazione dello scudo europeo che da questo dovrebbe mettere al riparo i paesi dell’eurozona dai rally sul differenziale dei titoli di stato, ha aperto a quota 463 per poi calare a 460. Un valore non così basso come si sarebbe potuto aspettare in seguito all’accordo tecnico siglato ieri che attribuisce alla Bce il ruolo di agente dell’Efsf-Esm per l’acquisto dei bond decennali sul mercato secondario, in funzione anti spread.
Intanto le buone entrate fiscali hanno permesso al Tesoro di cancellare l’asta dei Btp in programma per la vigilia di Ferragosto. Nei primi 5 mesi dell’anno infatti si sono attestate a 149.540 milioni, in crescita del 2,5% (+3.695 milioni) rispetto allo stesso periodo 2011 e con un recupero dell’1,2% rispetto al mese di aprile. A pesare anche l’annuncio del governo della scorsa settimana che il gettito dell’Imu pervenuto dalla prima rata di giugno è stato in linea con le previsioni con complessivi 9,5 miliardi e la stima per fine anno è appena sotto ai 21 miliardi previsti (20,085 mld). Non sarà effettuata dunque l’asta dei titoli a medio-lungo termine prevista per il 14 agosto.
Domani invece il primo appuntamento mensile con l’asta di Bot annuali. L’ammontare previsto dell’emissione è di 7,5 miliardi di euro. L’assenza di specifiche esigenze di cassa ha indotto il Tesoro a non procedere all’offerta di Bot trimestrali. Mentre il 16 luglio scadranno Bot per 10,4 miliardi (3 miliardi di trimestrali e 7,4 miliardi annuali). Venerdì sarà la volta dei Btp 2015 (tra un minimo di 2,5 e un massimo di 3,5 miliardi di euro) e dei Btp non più in corso di emissione con scadenze settembre 2019, marzo 2022 e agosto 2023. L’ammontare complessivo per queste tre emissioni è previsto tra un minimo di 1 miliardi di euro a un massimo di 1,75 miliardi di euro.