Standard &Poor’s, Moody’s, Fitch sotto osservazione da parte dell’Esma – European Securities and Market Authority, l’autorità di vigilanza sui mercati europei. La notizia dell’avvio dell’indagine sulla correttezza dell’operato delle “Tre sorelle” del rating è stata anticipata dal presidente dell’Emsa, Steven Maijoor in una intervista al Financial Times. L’intervento era nell’aria, soprattutto dopo i declassamenti attuati in un colpo solo (da Standand & Poor’s a novembre e da Moody’s lo scorso mese) di 15 dei 37 principali istituti di credito mondiali. La posta in gioco infatti è altissima. “I rating delle banche sono molti importanti a causa della loro interazione con i rating sovrani e con i bond governativi”, ha spiegato Maijor, e il recente “downgrade di massa” ha sollevato qualche dubbio circa le loro “risorse analitiche”. IlSussidiario.net ha chiesto a Rocco Corigliano, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari nell’Università di Bologna, una valutazione sulla discesa in campo dell’istituzione comunitaria. «Direi che la decisione è estremamente positiva. Il fatto che l’Esma, che vigila sul sistema finanziario, abbia avviato l’indagine sulle agenzie di rating, pur non entrando nel merito dei giudizi emessi nei scorsi mesi ma verificando se dispongano degli strumenti di analisi, delle competenze e delle abilità necessarie per fornire il proprio giudizio, rappresenta un passo necessario», spiega il professore. «Si cerca così di ripristinare il concetto in base al quale l’importanza dei pareri emanati dalla agenzie debba limitarsi a un livello segnaletico. Livello che, a causa soprattutto della crisi, si era negli ultimi tempi notevolmente acuito. È necessario, inoltre, comprendere se il rating rifletta in maniera fedele la situazione dell’oggetto valutato o se non sia influenzato a sua volta dalla situazione del mercato».
L’indagine dell’Esma, in ogni caso, dovrebbe procedere di pari passo con un’altra serie di interventi volti a calmierare i danni eventuali provenienti da sentenze sbagliate. «Sarebbe necessario dar vita a una seria regolamentazione di questi istituti», auspica Corigliano. Anche perché non è chiaro se e fino a che punto, una volta che l’indagine dell’Esma si sarà conclusa, le “Tre sorelle” potrebbero sentirsi vincolate agli esiti. C’è da sperare che, per lo meno, il solo fatto di aver messo in discussione l’insindacabilità delle loro opinioni possa generare sui mercati un effetto tale per cui ne risulteranno meno condizionati.
«A dire il vero, già da tempo», aggiunge il professore, «si sarebbe dovuto capire che i loro rapporti rappresentano esclusivamente un elemento in grado di contribuire alla determinazione del giudizio sulla solidità degli istituti di credito. Un elemento, non il Vangelo. Che viene fornito, oltretutto, da un operatore che non è “super partes”, ma viene pagato per fare il proprio lavoro». Eppure, tale consapevolezza pare non esser stata ancora assunta dai mercati. «Effettivamente, sono ancora influenzabili».
Accanto, quindi, all’indagine dell’Esma e a una maggiore regolamentazione, sarebbe necessario mettere a punto un terzo strumento: «Sarebbe essenziale accelerare un processo di cui si sta parlando ormai da diverso tempo, ovvero la costituzione di un’agenzia di rating europea». Infine, al di là delle pur necessarie nuove iniziative, secondo Corigliano sarà doveroso uno sforzo per modificare talune abitudini: «Bisognerebbe interrogarsi sul peso dato ai giudizi delle agenzie di rating da parte degli organismi internazionali preposti al controllo e alla vigilanza dei mercati e dei sistemi finanziari, quali la Bce o la Bei».
(Paolo Nessi)