Settimana cruciale per l’Eurozona e per l’Italia. La scorsa settimana i mercati hanno creduto alle parole di Draghi che la Bce farà di tutto per evitare il collasso dell’eurosistema. Ciò ha invertito temporaneamente il crollo delle Borse e l’aumento degli spread. L’intensità dell’inversione ha fatto capire cosa succederebbe se la Bce confermasse concretamente il suo intervento come garante degli eurodebiti: gli spread diventerebbero minimi, il mercato non scommetterebbe più sulla dissoluzione dell’euro e il ritorno della fiducia sul futuro dell’eurosistema farebbe girare di più i motori economici, ora bloccati dall’incertezza, attutendo la recessione in Italia e nel resto dell’Eurozona.



Ma riuscirà Draghi a far approvare alla Bce, il 2 agosto, operazioni straordinarie capaci di avere tale effetto di inversione rapida della crisi, cioè forti abbastanza per convincere il mercato che l’Eurozona d’ora in poi sarà il garante dei debiti? Questo il punto. Da un lato, il mercato vuole che la Bce agisca come garante di ultima istanza, illimitato. Dall’altro, lo statuto della Bce le impedisce di farlo. La Bundesbank, entro il direttivo della Bce, si oppone ad acquisti di debito per sua, sbagliata, dottrina di idealismo monetario e usa lo statuto per vietarli.



Hollande e Merkel, come enfatizzato dalle cronache, hanno sostenuto l’annuncio di Draghi così segnalando la disponibilità della politica a risolvere la crisi con misure straordinarie. Ma il giorno dopo il ministro dell’economia tedesco, Roesler, ha preso una posizione a favore dell’opposizione della Bundesbank, evidentemente concordata con Merkel. Ciò mostra che è in corso una trattativa segreta, un braccio di ferro, tra Draghi e tedeschi per trovare un compromesso. Lo troveranno?

L’obiezione tedesca che l’intervento illimitato della Bce sia contro la statuto è superabile con argomenti fattuali: il mandato primario della Bce è quello di assicurare la stabilità dell’euro, ma senza acquisto dei debiti da parte della Bce stessa, per calmierarne i costi, l’euro sarà destabilizzato. Nel conflitto tra forma dello statuto e sostanza del mandato primario è quindi prevedibile che prevalga la seconda. Ma sarà un compromesso e ciò pone un limite all’intervento Bce che il mercato, appunto, vuole illimitato.



Ciò pone un interrogativo: l’intervento Bce sarà sufficiente? Se non lo fosse, raccomando a Draghi, che può farlo volendo, di mettere i tedeschi in minoranza: la reazione rabbiosa della Germania sarebbe gestibile, mentre la delusione dei mercati non lo sarebbe.

 

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