Ancora una volta l’abbiamo scampata. I mercati hanno reagito positivamente all’emissione di titoli di Stato nel corso dell’asta del Tesoro di oggi. Sono stati acquistati 5,48 miliardi di euro di Btp a 5 e 10 anni (il target massimo era di 5,5); il tasso di quelli decennali, inoltre, è sceso dal 6,19% della scorsa emissione al 5,96%, quello dei bond a 5 anni, invece, è passato dal 5,84% al 5,29%. Eppure, la decisione del governo di non procedere con l’asta di metà agosto sembra tradire una certa tensione. L’incertezza, infatti, regna ancora indisturbata. E continuerà a farlo sino a quando non si sarà individuata una soluzione definita alla crisi dei debiti sovrani. C’è solo da sperare, quindi, che Mario Draghi riesca a convincere il governatore della Bundesbank del fatto che l’unica misura in grado di frenare la speculazione consista nel permettere alla Bce di acquistare bond illimitatamente. IlSussidiario.net ha fatto il punto della situazione con Gustavo Piga, professore ordinario di Economia politica presso la facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. «Va detto anzitutto – spiega – che la decisione di sospendere l’asta di agosto è estremamente intelligente. Dà, infatti, un forte segnale di stabilità perché lascia intendere che non abbiamo bisogno di approvvigionarci in continuazione sui mercati. Oltretutto, data la tipica volatilità di agosto, è un bene mostrare cautela». Sta di fatto che sul lungo periodo, l’Italia, da sola, potrà fare ben poco. «Sarà necessario vedere che posizione assumerà la Merkel rispetto a quella del governatore della Banca tedesca che, finora, si è espresso contro la possibilità che la Bce acquisisca titoli di Stato. In questo, Mario Draghi, potrà trovare i migliori alleati in seno al Consiglio europeo ma non solo. Il fatto che il segretario del Tesoro Usa, Timothy Geithner, sia oggi in Europa per discutere della crisi con Draghi e con il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, conferisce alla vicenda rilevanza mondiale».
Del resto, i timori di un contagio internazionale sono elevati. «L’andamento negativo della politica europea, infatti, influenza quello del resto del mondo; si sta producendo, di conseguenza, una pressione sui leader europei che giudico positiva perché li costringe ad accelerare il varo delle misure necessarie per sanare l’emergenza». Tuttavia, consentire alla Bce di comprare bond rappresenta solo un tassello da puzzle. «E’ necessario, anzitutto, che lo possa fare in maniera illimitata. In ogni caso, tale facoltà avrebbe come unico effetto quello di fermare la speculazione. Certamente non sarebbe poco, dato che il settore finanziario ha una rilevanza enorme. Ma non dobbiamo dimenticare che la crisi ha colpito prevalentemente l’economia reale, paralizzando il tessuto manifatturiero e le esportazioni. Solo riattivando tale comparto possiamo sperare nella ripresa mondiale».
Sarà, quindi, opportuno gestire in maniera adeguata le maggiori risorse che si determinerebbero laddove si riuscisse a fermare la speculazione: «Il calo degli spread consentirebbe agli Stati di non dover utilizzare tutti i soldi a propria disposizione per pagare gli interessi sul debito; a quel punto, sarebbe possibile da vita a un massiccio intervento di spesa pubblica, legato a un piano di manutenzione delle infrastrutture, finalizzato a ripristinare il funzionamento del mercato interno».
(Paolo Nessi)