Nel primo trimestre 2012 le erogazioni di mutui immobiliari per acquisto di abitazioni sono crollate del 47%. È quanto emerge dalla 32esima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia, secondo cui solo nel 2014 il credito al consumo, anche se a ritmi modesti, dovrebbe tornare a crescere. A diminuire sono anche le erogazioni di credito al consumo (-2,2% nel 2011 e -11% nel primo trimestre del 2012), ma, per quanto riguarda i mutui, a subire una netta flessione sono in particolare quelli per ristrutturazione, liquidità, consolidamento del debito, surroga e sostituzione: nei primi tre mesi del 2012 la contrazione delle erogazioni è pari all’80% rispetto allo stesso periodo del 2011. Per meglio decifrare la situazione abbiamo interpellato Roberto Anedda, direttore marketing del Gruppo MutuiOnline.



Quali sono le maggiori cause che hanno prodotto questo crollo?

Le cause sono molteplici. Prima dei mutui d’acquisto, bisogna innanzitutto considerare la cosiddetta procedura della surroga (lo “spostamento” del mutuo su una nuova banca, ndr) che, soprattutto qualche anno fa, sostituiva i mutui più vecchi a condizioni migliori.



Poi cos’è accaduto?

Tra il 2009 e l’inizio del 2011 i tassi si sono mantenuti convenienti, arrivando a pesare quasi il 40%, quindi un terzo abbondante, del mercato complessivo dei mutui. Chiaramente, anche a prescindere dalla situazione attuale, quando i tassi si alzano inevitabilmente la surroga perde di interesse perché diminuiscono le possibilità di trovare un cambio conveniente. L’importante componente di surroga che in poco tempo è venuta a mancare ha di per sé ridotto notevolmente l’ammontare di mutui che vengono erogati.

Quali altre cause si possono rilevare?

Sicuramente l’incertezza economica, la situazione di difficoltà degli italiani e quella di maggiore restrizione da parte delle banche nella concessione del credito. Tutto questo genera una minore disponibilità di mutui che, oltre a essere difficili da ottenere, costano anche di più rispetto a un anno fa: ecco allora che le famiglie rimandano il momento dell’eventuale acquisto della casa, aspettando che la situazione possa essere più chiara prima di imbarcarsi in un’operazione che può durare anche 20 o 30 anni.



Importante anche sottolineare quanto sia cambiata la situazione rispetto a solamente un anno fa…

Sì, questi dati mostrano uno scenario totalmente cambiato rispetto a un anno fa: il primo trimestre del 2011, usato per il confronto in questo studio, è un periodo che può ancora considerarsi assolutamente “florido” per il mercato immobiliare. Adesso, nel giro di un anno, la situazione è incredibilmente peggiorata.

Ha rilevato un calo del genere anche in MutuiOnline?

Un calo lo abbiamo certamente registrato anche noi e le richieste sono scese rispetto a qualche tempo fa. Permane un forte interesse iniziale che però poi spesso non si concretizza in una richiesta effettiva di mutuo. Lo scenario attuale non trasmette ovviamente sicurezza quindi molte famiglie rimandano il momento della decisione definitiva in attesa che qualcosa possa migliorare. Rispetto ai primi mesi dell’anno, periodo in cui si è registrato il massimo del caro-mutui, in questi mesi diversi istituti hanno cercato di proporre mutui meno costosi.

Con quali risultati?

E’ chiaro che la situazione attuale, grave anche per le stesse banche, non potrà mai permettere un ribasso troppo forte dei mutui, che quindi resteranno sempre più costosi rispetto a un anno fa.

Quali sono i tassi che i cittadini prediligono in questo periodo?

Come mostrano anche i dati dell’Osservatorio, è cresciuta la quota di tassi variabili rispetto ai fissi, visto che possono rimanere bassi nonostante lo scenario attuale anche per diversi anni. Rimane comunque la componente di coloro che prediligono il fisso anche per una scelta emotiva che li spinge ad evitare qualunque incertezza e ad accettare un maggior costo.

Cosa può dirci dei tassi misti?

Si tratta di un’altra soluzione che ha preso piede soprattutto negli ultimi mesi. In molti casi permettono di fissare il tasso per un certo periodo di tempo, mediamente tra i 3 e i 5 anni, in cui quindi offrono una certezza. Successivamente danno invece la possibilità di scegliere nuovamente che tipo di tasso applicare in una situazione di mercato che potrà essere meno incerta rispetto a quella attuale e che permette di fare un piano più ragionato delle proprie spese.

Cosa ci vuole ora affinché si possa assistere a un cambio di rotta?

Ci vuole qualcosa in cui purtroppo l’Italia non può essere l’unica protagonista. Il nostro Paese può però farsi promotore di iniziative nei confronti dell’Europa che riportino serenità nel sistema economico non solo italiano, visto che tutta la situazione è fortemente condizionata da ciò che accade in Spagna, dalla più o meno forte rigidità della Germania e così via. Fino a che non si trova un sistema che trovi tutti d’accordo e che nello stesso tempo rassicuri i mercati continueremo ad avere una situazione come quella attuale.

Cosa consiglierebbe ai cittadini che stanno valutando l’idea di chiedere un mutuo?

A loro voglio dire che la situazione attuale non deve necessariamente far pensare a scenari drammatici. Come dicevamo prima, nonostante vi siano notevoli differenze rispetto a  un anno fa, l’incertezza economica fa sì che il costo del denaro, almeno quello che serve per misurare i tassi dei mutui, sia molto basso. Di conseguenza l’aumento degli spread è in parte controbilanciato e chi attualmente vuole fare un mutuo trova a disposizione offerte di tassi fissi di poco superiore al 5%, comunque considerati convenienti. I tassi variabili partono invece addirittura più sotto ma sono legati alle incertezze di cui abbiamo parlato in precedenza. Il primo consiglio che voglio dare è però un altro.

Quale?

Visto che non tutte le banche hanno la stessa capacità di erogare credito, è necessario prima di tutto analizzare effettivamente sul mercato quali siano le offerte delle diverse banche e confrontarle con attenzione. Può sembrare banale, ma solo un’operazione del genere aiuta a capire realmente quali sono gli istituti che in questo momento sono più disponibili a fare mutui mantenendo per più tempo degli spread contenuti.

 

(Claudio Perlini)