Il premier greco Samaras comincia oggi una serie di incontri cruciali per il futuro del suo Paese, ma non solo. In ballo c’è il destino dell’intera Eurozona. Oggi Samaras incontra il presidente dell’eurogruppo Jean-Claude Juncker, poi sarà la volta di Angela Merkel venerdì prossimo e infine l’incontro con il presidente francese Hollande. In occasione di questo giro di incontri, Samaras ha rilasciato al giornale tedesco “Bild” una intervista in cui dice esplicitamente che la richiesta della Grecia sarà quella di un aumento dei tempi di restituzione del denaro concesso dall’Europa, e non un aumento di soldi. Dice chiaramente poi che la ventilata espulsione della Grecia dall’Unione europea, richiesta nelle ultime settimane da diversi esponenti tedeschi, provocherebbe una catastrofe nel suo Paese: «Un incubo: crollo economico, dramma sociale e una crisi senza precedenti della democrazia». Forse queste parole cominciano a fare breccia nei falchi tedeschi. Da parte di diversi parlamentari tedeschi è infatti arrivata nelle ultime ore una apertura verso la Grecia: ggiustamenti per quanto riguarda la concessione dei prestiti, ma rispetto per gli accordi presi. Secondo Dimitri Deliolanes, contattato da IlSussidiario.net, «ci sono segnali di flessibilità perché si è capito che la situazione della Grecia non offre soluzioni alternative. L’uscita della Grecia dall’euro non sarebbe solo un frana per il mio Paese, ma anche un dramma europeo. Questa minaccia di cacciare la Grecia dall’euro è una minaccia vecchia di tre anni agitata dalla stampa e da alcuni esponenti politici. In Grecia è considerata invece un’arma spuntata». Deliolanes spiega di essere convinto, come tutti i greci, che gran parte delle obiezioni sollevate e queste minacce di espulsione della Grecia siano un gioco interno alla Germania, un gioco pre elettorale finalizzato anche alle trattative che cominceranno con l’incontro di oggi e proseguiranno poi con i successivi incontri con la Merkel e Hollande». Per Deliolanes, i greci hanno sempre cercato di mandare dei segnali all’Europa e soprattutto alla Germania, «tanto è vero che nel corso dell’ultima campagna elettorale c’era un partito di sinistra che proponeva di far scattare un default autonomo da parte della Grecia, per far capire all’Europa che non potevano continuare a strangolarci come fatto fino ad adesso. Francamente si giocano dei giochi vecchi facendo finta di non capire che è in gioco tutta l’Unione europea. Si assumessero le loro responsabilità coloro che vogliono fare il gioco duro…».
Infine, sempre nell’intervista con la “Bild”, viene annunciato un aumento di due miliardi nei tagli previsti, che passerebbero da 11,5 miliardi di euro a 13,5: «C’erano anticipazioni su questo intervento perché nel frattempo il buco nel bilancio è aumentato. Ma la questione importante è la qualità dei tagli, perché si continua sulla strada della tassazione dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e del licenziamento degli statali. Questa però è una strada che aggrava tantissimo la situazione sociale e politica della Grecia e non dà speranze di sviluppo».