Alla fine da parte della “fredda” tedesca c’è scappato anche un insolito “grazie, è stato un bell’incontro”.  Dopo il vertice Merkel-Monti tenutosi oggi a Berlino, il cancelliere tedesco ha rinnovato con un insolito entusiasmo il suo appoggio a Mario Monti, dichiarandosi impressionata dalle misure intraprese dal nostro esecutivo e dicendosi certa che l’Italia ce la farà da sola. Ha poi anche cercato di ricucire con la Bce, con parole di apprezzamento nei confronti di Mario Draghi dopo gli scontri dei giorni scorsi tra Bundesbank e Bce stessa. Per Emilio Colombo, contattato da Ilsussidiairo.net, il plauso della Merkel nei confronti di Monti non è un novità: “La  Merkel ha sempre difeso Monti” ha detto. “Ha sempre riconosciuto da subito che il governo Monti segnava una discontinuità con il governo precedente e la reputazione europea di Monti è tale che anche la Merkel l’ha sempre riconosciuta”. Piuttosto, spiega Colombo, “non bisogna meravigliarsi neanche delle parole pro Draghi, perché la Merkel sta cercando di salvaguardare la sua coalizione di partito che è sul punto di spaccarsi” .



Angela Merkel applaude Monti e Draghi: che cosa significa?

Fondamentalmente non c’è nulla di nuovo. In più la reputazione europea di Monti è talmente ridondante che non passa inosservata, anche la stessa Merkel l’ha sempre riconosciuta. La Merkel ha sempre riconosciuto che il governo Monti stava operando in discontinuità con quello precedente, facendo cose che il governo di Berlusconi non aveva fatto ma che non poteva neanche fare perché non aveva la maggioranza per farle.



E le parole positive nei confronti di Mario Draghi, riconoscendo l’indipendenza della Bce?

La Merkel è qualche giorno che prende distanza dai falchi e il motivo è molto semplice: si tratta di puri interessi di politica interna tedesca. La sua coalizione è arrivata a un punto che si sta lacerando, e le colpe sono anche sue nel senso che fino ad ora è stata molto attendista. Si è barcamenata senza prendere decisioni forti su un fronte o sull’altro.

Ma non si era schierata a favore della Bundesbank nei giorni scorsi? 

Sì, però si è resa conto che se va avanti così rischia di spaccare in due la coalizione che la sostiene. In realtà ha sempre fatto i suoi interessi più che quelli europei. I tedeschi hanno le elezioni fra un anno e sono già in campagna elettorale. Si sta rendendo conto che non è compatibile una situazione in cui la Germania, che di fatto è interdipendente dall’Europa, si tira sempre fuori. La crisi europea la coinvolge per forza di cose: quando le cose cominciano ad andare male anche per i tedeschi, o un po’ meno meglio, ecco che emergono gli screzi interni della coalizione.



C’è poi ancora pendente il giudizio della Corte costituzionale tedesca sulle misure di stabilità.

Infatti, un giudizio pendente che sarà rivelato il 12 settembre e che non è per niente scontato. Tutti si aspettano che non sia del tutto negativo e che in qualche modo si avalli il sistema di stabilità. Il punto è capire in che modo verrà avallato questo sistema, a quali condizioni. 

La Merkel però dice no alla licenza bancaria per il meccanismo europeo di stabilità.

 

La Merkel ha questo problema: non è mai stata completamente europeista, ha una visione molto poco europeista, mette prima la Germania dell’Europa, una posizione condivisa da buona parte dell’elettorato tedesco. Rimane il fatto che ha sempre oscillato tra due posizioni, perché capisce che bisogna fare delle concessioni se non vuol mettere a repentaglio i propri interessi. Da un lato il mercato ha bisogno di essere assicurato ma con strumenti che funzionino, dall’altro però occorre fare i conti con l’elettorato tedesco che dice: fate quello che volete, ma non metteteci un soldo nostro. Ma se non si mettono soldi le garanzie non hanno un fondo di partenza.

 

Però ha riconosciuto l’indipendenza della Bce. 

 

In realtà anche qui non è che la Merkel  ha fatto endorsement a favore di Draghi, perché Draghi non si è mai mosso al di fuori del suo mandato, non ha mai fatto cose che non poteva fare e mai lo farà. Il suo mandato ha come priorità non l’inflazione ma la salvezza dell’euro, sta comportandosi da banchiere centrale responsabile. La Bundesbank può non essere d’accordo, ma non hanno loro la responsabilità di mantenere l’eurozona, quella è di Draghi. 

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