Rischia di assumere toni drammatica lo scontro che vede contrapposti, da un lato, la Banca centrale europea e, dall’altro, quella tedesca. Le posizioni del governatore della Bundesbank sono note: la Germania non ha alcuna intenzione di vedersi mettere a repentaglio la propria solidità economica a causa della assenza di virtuosità degli altri Paesi europei. E, secondo lui, sortirebbe proprio questo effetto la proposta di Draghi, se andasse in porto. Alcuni giorni fa, infatti, Jens Weidmann, discutendo della possibilità di consentire alla Bce di acquistare titoli di Stato laddove lo spread del Paese interessato dall’iniziativa superasse un livello accettabile, ha definito la possibilità come una droga in grado di assuefare. Per questo, ha fatto sapere che la Germania non darà mai l’appoggio ad una misura che per mutualizzare le crisi dei debiti sovrani rischi di indebitare le proprie casse. D’altro canto, secondo Weidmann, se la Bce, di fatto, battesse moneta, supererebbe di gran lunga il mandato che gli è stato conferito. Di segno opposto, ovviamente, il parere di Draghi – nonché della stragrande maggioranza dei politici e degli economisti europei – secondo il quale consentire all’istituzioni che preside di comprare bond sarebbe l’unico sistema per placare i furori della speculazione; non solo: nel momento stesso in cui la Bce acquisisse tale facoltà, l’ondata speculativa si fermerebbe senza neppure bisogno di metterla realmente in atto. E’ in questo contesto che vanno lette le minacce di dimissioni di Weidmann che, dopo averle ripetutamente avanzate, avrebbe accettato di rimanere almeno fino al direttivo della Bce, quello del prossimo 6 settembre; è convinto, infatti, che allora potrà far valere le proprie ragioni al meglio, ribadendo le sue richieste di preservazione dell’indipendenza della Bce e di stabilità europea. La notizia della minaccia di dimissioni, in ogni caso, è suffragata dal fatto che sia il portavoce della Bundesbank che Georg Streiter, quello del governo tedesco, preferiscono non commentare le indiscrezioni. Streter, tuttavia, ha precisto che il governatore e la Merkel si tengono costeanmetne in contatto telefonico.
«Posso solo ribadire – ha detto – quanto detto dalla cancelliera nella sua intervista alla tv Ard, quando ha assicurato che è un bene che i politici vengano continuamente messi in guardia e che dentro la Bce c’e’ sempre discussione». Ha ricordato, inoltre, che la Merkel intende continuare ad appoggiare Weidmann, nell’auspicio che la sua influenza nella Bce aumenti ancora di più.