Il tasso d’inflazione annuo aumenta ancora nel mese di agosto, passando al 3,2% dal 3,1% registrato a luglio. E’ quanto emerge dalle stime preliminari Istat sui prezzi al consumo, secondo cui l’inflazione acquisita per il 2012 sale così al 3%. I dati elaborati dall’Istituto di Statistica evidenziano che la spinta ai prezzi arriva in particolare dai rialzi congiunturali di carburanti e trasporti, in aumento rispetto al mese scorso: la benzina rincara del 3,6% mentre il gasolio per mezzi di trasporto aumenta del 4,4%. Ad essere più salato è anche il cosiddetto carrello della spesa, composto da tutti quei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori: ad agosto, su base mensile, il rincaro è dello 0,4%, mentre il tasso di crescita su base annua arriva al 4,3% dal 4% di luglio. Secondo il Codacons, che ha tradotto questi dati riguardanti l’inflazione in termini di costo della vita, su base annua una famiglia di tre persone spenderà, solo per fare la spesa di tutti i giorni, 581 euro in più, mentre per una famiglia di quattro persone la stangata sarà di 628 euro all’anno. «E’ vero – commenta Giuseppe Bortolussi, presidente della Cgia di Mestre, contattato da IlSussidiario.net – oggi aumenta l’inflazione, i prezzi salgono e le famiglie sono costrette a pagare di più, ma è necessario fare una precisazione ed evidenziare alcune contraddizioni». Bortolussi spiega infatti che un leggero aumento dell’inflazione, soprattutto nell’attuale periodo di crisi, non è poi così negativo. «E’ stato proprio Olivier Blanchard, capo economista del Fondo monetario internazionale, a invitare le autorità monetarie a cambiare rotta sull’inflazione, spiegando che i1 target al 2%, seguito dalle principali banche centrali, è troppo basso». Bortolussi si riferisce al rapporto Rethinking Macroeconomic Folicy, redatto da Olivier Blanchard insieme a due italiani, Carlo Dell’Ariccia e Paolo Mauro, in cui vengono evidenziati i vantaggi di un rialzo del target al 4%. In questo modo, in fasi economiche normali, i tassi d’interesse nominali a breve termine si attesterebbero attorno al 6-7% e questo lascerebbe maggiori margini di manovra nel caso di shock del credito. Al di là della proposta di Blanchard, però, resta il fatto che le famiglie italiane saranno costrette ancora una volta a dover mettere mano al portafogli.
Bortolussi ricorda però che parte di questa inflazione è indotta da altre cause: «Solo per fare un esempio – ci spiega – a seguito dell’aumento dell’Imu, ogni proprietario di un immobile con contratto in scadenza scarica gli aumenti sull’inquilino, il quale è costretto dunque a pagare di più. Anche le attività commerciali e artigianali, per lo più in affitto, ovviamente tentano di scaricare tutte le nuove tasse e i pesanti rincari sulla merce, a discapito del consumatore. Per non parlare poi dei ritocchi delle tariffe energetiche, autostradali e gli interventi sulle accise sui carburanti. Sono tutti questi aspetti che alla fine vanno a influire sul cosiddetto carrello della spesa e, nonostante i tentativi, spesso molte attività non riescono comunque a farcela e sono costrette a chiudere».
(Claudio Perlini)