Stasera debutta il nuovo iPhone 5, il primo dell’era post Steve Jobs. Sarà in grado la Apple di Cupertino di ripetere gli exploit del passato? La curiosità è ovviamente alta (leggi qui tutti gli ultimi rumors sul nuovo iPhone 5), rinforzata da stime fatte da professionisti del settore quali l’agenzia JP Morgan. I loro analisti, infatti, prevedono un impatto così forte a livello di vendite capace di far innalzare il Pil americano del prossimo e ultimo trimestre del 2012 anche dello 0,5%: insomma meglio Apple del Congresso americano e della Riserva federale. La stima è stata fatta ipotizzando un prezzo di vendita di circa 600 dollari: Cupertino porterebbe a casa circa 400 di quei 600 dollari. Secondo Massimiliano Trovato, esperto di telecomunicazioni e fellow dell’Istituto Bruno Leoni interpellato da ilsussidiario.net si tratta di una ipotesi, quella di JP Morgan, fin troppo ottimista: “Bisogna cominciare a entrare nell’ordine delle idee che Apple non può sempre essere in grado di proporre innovazioni tali da attrarre clientela. Come ha dimostrato il recente caso dell’iPad interviene una sorta di assuefazione da parte degli acquirenti che capiscono che non possono aspettarsi ogni volta i fuochi di artificio”.
Quella fatta da JP Morgan non è dunque una ipotesi attendibile?
C’è da dire che ogni volta che Apple presenta un nuovo prodotto le aspettative crescono anziché ridursi. Francamente credo però che sia una stima un po’ troppo generosa. Forse dovremmo entrare nell’ordine delle idee che non ci si possa aspettare che ogni volta Apple tiri fuori il coniglio dal cilindro. Penso ad esempio alle stime fatte recentemente per l’iPad dove in realtà il prezzo medio rispetto a iPhone risultò in calo.
Questo perché?
Perché c’è la difficoltà nel proporre a un prezzo più alto i nuovi modelli e questo perché interviene una sorta di assuefazione del grande pubblico. L’innovazione costante diventa dunque in realtà insoddisfacente perché si attendono sempre i fuochi di artificio.
E’ anche il primo iPhone dell’era successiva a Steve Jobs.
Già, e questo avrà un significato soprattutto simbolico molto forte. Anche per questo non mi azzarderei a fare stime così grandi. C’è da dire che senza dubbio il carisma e la visione di Jobs sono impareggiabili nell’industria tecnologica. C’è da capire quanto del percorso che ha portato al nuovo iPhone 5 sia stato già delineato almeno nelle linee fondamentali da Jobs. E’ vero che è il primo iPhone senza la presenza fisica e costante di Jobs fino alla presentazione del prodotto anche se in realtà il 4s era stato anch’esso già presentato in sua assenza.
E’ possibile ipotizzare che Steve Jobs abbia fatto in tempo a metterci del suo nell’iPhone 5?
Sì, credo che un prodotto del genere per quanto nell’industria tecnologica i tempi siano estremamente veloci non nasca in pochi mesi, ma sia frutto di una situazione a lungo termine che Apple ha sempre messo sul piatto. Basti vedere la relazione fra l’hardware e il software: spesso nei prodotti Apple ci sono capacità tecniche che vengono poi attivate dal lancio di successivi software.
Sarà interessante vedere anche la reazione del mercato dopo la recente causa di Apple contro Samsung. Nonostante la vittoria di Cupertino, il colosso coreano detiene ancora il 21% del mercato contro il 7% di Apple.
E’ vero, però parliamo anche di nicchie di mercato diverse. Apple nella sua storia si è sempre indirizzata a un certo livello di consumo e la sua forza negli ultimi anni non è stata di portare i propri prodotti al grande pubblico, ma innalzare il grande pubblico al livello dei propri prodotti.