Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ieri ha rilasciato alcune dichiarazioni in collegamento video con un convegno all’Università di Roma Tre. “A proposito di governo di banchieri inviterei coloro che coltivano questa suggestiva caccia alle streghe a guardare in faccia ai provvedimenti presi. Se non fossimo passati all’euro i prezzi di beni e servizi in Italia sarebbero più alti di quelli che sono. Il passaggio all’euro non è solo un cambio di moneta, ma anche un cambio di metodo di governo”. Quindi il passaggio all’euro, secondo il nostro primo ministro, è andato benissimo. Perché c’è allora un ripensamento soprattutto popolare, che viene poi inglobato negli “sbandamenti populistici”, rispetto a quella scelta dopo tutti questi anni? Il professor Francesco Forte, ex ministro delle Finanze, spiega che «il male non sta tanto in sé, nel passaggio all’euro, quanto nel modo in cui è stato gestito. Dopo una prima fase di stabilizzazione, c’è stata una spinta inflazionistica. Diciamo che questo tipo di passaggio è servito soprattutto ai capitalisti italiani, non di certo per permettere all’economia italiana di diventare più competitiva. Di fatto l’economia italiana non è più cresciuta. La spinta all’inflazione era stata prevista anche da alcuni funzionari della Banca d’Italia. È stata fatta male la gestione del passaggio all’euro».
Il Premier ha anche parlato di “caccia alle streghe” a proposito di chi sostiene che il suo sia un “governo di banchieri”.
Basta guardare da dove arrivano, compreso Mario Monti, i maggiori ministri di questo “governo dei tecnici”, Come si può dire che questo esecutivo non rappresenti il mondo delle banche?
Monti ha anche detto che ha cercato con i suoi provvedimenti “di evitare che l’Italia avesse bisogno di un tipo di aiuto e di programma che comportano una ulteriore, asimmetrica, pesante cessione di sovranità: si tratterebbe di una ‘sorta di commissariamento’”.
Ma di fatto l’Italia è già “commissariata”. E si poteva fare questo in un modo più autorevole con un governo di politici. In realtà che cosa ha fatto il presidente del Consiglio del “governo dei tecnici”? Ha mandato il Paese in recessione con una politica deflattiva, tassando risparmio e investimenti e non predisponendo nulla per consentire una spinta alla crescita, magari con un programma di infrastrutture. Solo tassazione su risparmio e investimenti, più un irrigidimento del mercato del lavoro. Forse Monti si illude di essere un economista liberale, ma io quando penso all’azione di questo governo, vedo un governo di sinistra che si maschera da governo liberale. Il governo Monti, a mio parere, è un governo ideologico di sinistra che finge di essere liberale. Con aspetti anche grotteschi, come la tassazione sulle bibite gasate, per non fare diventare grassi gli italiani. Può stare tranquillo Monti, perché in questo periodo è molto improbabile che gli italiani ingrassino.
Ma in questo momento che cosa ha in mente il nostro presidente del Consiglio?
Io credo che si senta forte e si illude che le sue scelte vadano bene. È l’espressione di un accordo tra la sinistra e Mediobanca, quindi è indubbiamente importante. Ha ricevuto il mandato da un Presidente della Repubblica che è un “ex comunista riformista”, l’appoggio della sinistra e di una parte dei cattolici. Ha l’appoggio di chi gestisce e ha peso in un grande giornale come il Corriere della Sera, ha l’appoggio delle banche e quindi di una parte rilevante di Confindustria. Io credo che si senta anche il “salvatore dell’Italia” e punti a diventare il nuovo presidente della Repubblica. Ma la sostanza del suo programma è quello di aver tassato risparmio, investimenti e di aver deformato la legge Biagi.
Un governo basato su una strana alleanza.
Guardi che Vilfredo Pareto aveva configurato la possibile alleanza tra speculatori e sinistra. Si può pensare anche a questo. Ma quando guardo alla caratura ideologica di questo governo, io vi vedo soprattutto l’imprinting azionista, quello del vecchio partito d’azione, che si credeva antropologicamente diverso, che si sentiva l’unico in grado di risolvere i problemi del Paese, ritenendo gli italiani quasi degli incapaci.
Un’ultima domanda professore. Ora che il Fondo salva-Stati Esm ha avuto il via libera della Corte costituzionale tedesca, le risorse che vi verranno versate non andranno ad aumentare il debito pubblico dei paesi. Tuttavia, l’Italia ha già partecipato agli aiuti ai Paesi in difficoltà…
Ci sono già state delle quote erogate al Portogallo, alla Grecia e all’Irlanda. Arriveranno gli aiuti alla Spagna. L’Italia concorrerà al 18% di questi aiuti, che non hanno un peso sul deficit ma sul debito. E quindi il rapporto tra debito e Pil non potrà certo migliorare in una fase come questa.
(Gianluigi Da Rold)