Finita l’estate, finiti gli sconti. Dal 3 settembre terminano le promozioni del fine settimana lanciate da Eni e da altri distributori contro il caro benzina, così la giornata di domenica 2 settembre è stata l’ultima occasione per poter fare il pieno all’auto con sconti fino a 20 centesimi al litro. Il carburante torna dunque ai prezzi normali, vale a dire ad aggirarsi intorno ai 2 euro al litro, anche se Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni, ha annunciato possibili “sorprese” in futuro.



Come conferma in questa intervista per IlSussidiario.net Carlo Stagnaro, direttore Ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni, a pesare maggiormente sul prezzo dei carburanti sono in particolare le tasse, le più alte d’Europa. Un recente studio della Cgia di Mestre ha messo a confronto l’importo delle accise nell’Eurozona, rilevando che su ogni litro di “verde” il peso delle tasse italiane è di 1,033 euro, pari al 58,1% del prezzo alla pompa. Seguono poi l’Olanda, con 1,016 euro di imposte su ogni litro, e la Grecia con 1,008 euro. «L’andamento dei prezzi del carburante dipende innanzitutto dall’andamento dei mercati internazionali – osserva Stagnaro – ed è quindi probabile che, a causa di una persistente tensione, non assisteremo presto a una riduzione di prezzo». La fine degli sconti estivi, continua a commentare Stagnaro, «senza dubbio impatterà sulle tasche degli italiani, che nel corso dell’estate hanno potuto affrontare più serenamente gli aumenti di prezzo. Sconti del genere probabilmente non avverranno mai più, almeno in questa misura: una riduzione di 20 centesimi per ogni litro di benzina è qualcosa di incredibile, mai vista in qualsiasi altro Paese al mondo. In questo modo le compagnie vendevano addirittura con un margine negativo, quindi più vendevano e più perdevano».



«E’ inutile girarci intorno – spiega Stagnaro -, la responsabilità principale degli aumenti di prezzo è da attribuire al carico fiscale. Dal primo gennaio 2011 a oggi, le imposte sono aumentate di circa 20 centesimi, arrivando ad essere le più alte d’Europa. Se la causa maggiore è questa, dunque, per quanto si possa sperare o pensare di intervenire su altri fronti, è proprio su questo aspetto che va cercata la soluzione. Tuttavia, non credo che assisteremo presto a una riduzione delle imposte, visto che nell’ultimo anno e mezzo tutte le volte che è avvenuto un intervento è stato fatto per alzarle. Il governo potrebbe anche decidere di applicare una riduzione, ma dal suo punto di vista questo significa perdere delle entrate future che dovrà comunque rimpiazzare in qualche altro modo». 



Carlo Stagnaro conclude con una previsione riguardo il futuro prezzo dei carburanti che, a suo giudizio, potrebbe anche continuare a salire: «Quello che è certo – ci spiega – è che in ogni caso resterà attorno agli attuali livelli, quindi sui due euro al litro. E’ proprio a causa di un carico fiscale talmente elevato che il prezzo dei carburanti non potrà mai scendere in modo rilevante: solo per fare un esempio, basti pensare che se la benzina costasse zero noi la pagheremmo comunque un euro e 33 centesimi al litro. Insomma, davvero troppo».

 

(Claudio Perlini)