Nonostante gli appelli di Mario Draghi, “disposto a tutto” per salvare l’euro, il fondo europeo salva-Stati (Esm) resta per il momento inattivo nell’incertezza generale. Le preocupazioni maggiori riguardano gli istituti di credito spagnoli. Il problema è che Germania, Olanda e Finlandia (i Paesi con “tripla A”) sono contrari alla possibilità che il fondo Esm finanzi le banche iberiche, a meno che non si giunga alla creazione di un’autorità europea per la sorveglianza bancaria. Nel caso in cui l’Esm non dovesse ricapitalizzare le banche spagnole in modo diretto, però, i fondi dell’Eurozona arriverebbero loro attraverso il Fondo pubblico spagnolo per la ristrutturazione bancaria (Frob). Questo significa che sarebbe la Spagna a diventare debitrice nei confronti del fondo Esm, non le sue banche, con il conseguente aumento del debito pubblico iberico. Infine, come se non bastasse, durante questo periodo di inattività il fondo salva-Stati dovrà investire i propri fondi in qualche forma di investimento sicuro. Quale? I bond dei Paesi a “tripla A”, vale a dire Germania, Olanda e Finlandia. IlSussidiario.net ha chiesto un commento a Emilio Colombo, Docente di Economia Internazionale alla Bicocca di Milano.



Professore, questo dell’acquisto dei bond a tripla A da parte del Fondo salva-stati non le sembra un vero e proprio paradosso?

A prima vista potrebbe sembrare così, ma in realtà questa è la direzione che ormai da anni ha preso il mercato. Quindi quanto sta accadendo con il fondo Esm non fa altro che confermare un fenomeno in atto. E’ però vero che si tratta di un’evidente distorsione e i Paesi con “tripla A” devono rendersi conto una volta per tutte che riguarda anche loro: solo per fare un esempio, in Olanda vi è una forte bolla immobiliare dovuta al fatto che mai come in questo periodo i tassi sono stati così bassi. Non si tratta dunque di fenomeni neutrali, ma chiaramente distorsivi che per questo devono essere controllati.



Non crede quindi che l’attuale situazione sia a totale vantaggio dei Paesi a tripla A?

C’è chi pensa che Paesi come Germania, Olanda e Finlandia abbiano tutto da guadagnare da questa situazione di incertezza, ma credo sia una visione piuttosto miope e poco credibile. Semplicemente credo che vi sia in realtà una differenza di opinioni che in Europa ancora non è stata risolta.

Si spieghi meglio.

Per anni l’Europa è andata avanti pensando che non si dovesse far niente per appianare le divergenze tra i vari Paesi e per facilitare una convergenza. Improvvisamente si è poi ritrovata con questa “bomba” pronta a esploderle tra le mani e solo a quel punto ogni manovra è stata decisa. Però, in un momento del genere, non si può pensare che si possano prendere senza alcun problema decisioni comuni da dover mantenere saldamente.  



Il ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha ribadito che l’Italia “è abbastanza forte da risolvere da sola i suoi problemi” e che quindi non ha bisogno di aiuti. Cosa ne pensa?

E’ evidente che in questo momento l’Italia non si trova nella condizione di dover chiedere aiuti, ma non ne abbiamo l’assoluta certezza. Questo perché non dipende solamente da ciò che mette in campo il nostro Paese, ma anche da come i mercati percepiscono l’attuale situazione. Fino ad oggi ci hanno dato credito, anche in misura maggiore rispetto alla Spagna, ma è anche vero che sulla nostra testa pesa una grossa spada di Damocle.

Quale?

Il fatto che nella primavera del prossimo anno dovremmo andare alle elezioni. E’ il governo attuale quello su cui i mercati stanno riponendo un’importante fiducia, ma il premier Monti ha già fatto sapere che non si ricandiderà. Obiettivamente nessuno può sapere chi vincerà le prossime elezioni: il nostro Paese sta attraversando una crisi politica molto profonda che rende incerti gli scenari futuri, molto di più di quanto sia stato in passato. E questo aspetto, ovviamente, non potrà essere ignorato dai mercati.   

Cosa crede farà invece la Spagna?

La questione spagnola è decisamente diversa. Parliamo di un Paese che prima o poi dovrà chiedere questi aiuti e credo sia opportuno che lo faccia il prima possibile in maniera netta, senza aspettare l’ultimo momento, in modo da non rischiare di far acuire una situazione già di per sé sufficientemente grave.

 

(Claudio Perlini)

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