“L’uscita dal tunnel della crisi ancora non si vede; anzi, il percorso per uscirne si sta allungando. Serve una terapia shock”. Lo afferma una nota di Confesercenti diffusa in seguito alla pubblicazione dei dati Istat sulle vendite al dettaglio nel mese di luglio. L’associazione di categoria dei commercianti afferma che “le prospettive per il futuro non lasciano ben sperare: secondo le nostre previsioni, anche il 2013 sarà un anno di difficoltà, con una flessione dei consumi dello 0,4%”.
Secondo una stima della stessa Confesercenti, nel primo semestre 2012 ben 13mila imprese hanno chiuso, lasciando a casa oltre 33mila posti di lavoro: “Il governo apra urgentemente il confronto con le parti sociali, per definire interventi che ridiano fiato a imprese e famiglie – l’appello di Confesercenti ripreso dall’agenzia Agi -. A partire dal taglio del cuneo fiscale e dalla riduzione delle aliquote, utilizzando la locomotiva della delega fiscale. Serve urgentemente una terapia shock, o dal tunnel non usciremo”. Secondo l’Istat nel mese di luglio le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,2% rispetto a giugno, mentre nel trimestre maggio-luglio 2012 c’è stato un calo dell’1% rispetto a febbraio-aprile. Nel luglio 2012 la diminuzione congiunturale (cioè rispetto al giugno 2012) è dello 0,1% per i prodotti alimentari e dello 0,3% per quelli non alimentari.
Il calo tendenziale (cioè rispetto a luglio 2011) è del 3,2%, distinta in un -2% per i prodotti alimentari e in un -3,8% per quelli non alimentari. Su base annuale la grande distribuzione perde il 2,3%, le imprese operanti su piccole superfici il 3,8%. Rispetto ai primi sette mesi del 2011 il calo è dell’1,7%, pari al -0,1% nel comparto alimentare e al -2,4% in quello non alimentare. Ilsussidiario.net ha intervistato Marco Lucchini, direttore della Fondazione Banco Alimentare Onlus.
Qual è la situazione della povertà delle famiglie italiane osservata negli ultimi mesi dal Banco Alimentare?
Sono cresciute le famiglie che chiedono aiuto e, a differenza di uno o due anni fa, sicuramente ci sono più famiglie che hanno ridotto i consumi, in quanto sono impaurite per il loro futuro.
Per quale motivo, come afferma Confesercenti, “l’uscita dal tunnel della crisi ancora non si vede; anzi, il percorso per uscirne si sta allungando”?
Manca la certezza su dove investire i propri talenti. Non c’è una strada, pur faticosa da percorrere. Tutti stanno aspettando che arrivino segnali, non dico la luce, ma fiaccole che indichino la strada. Oggi non è pensabile ancora una giornata splendente, basterebbero almeno delle torce che illuminino la galleria. Proprio per questo occorre favorire il contributo dei cittadini, delle imprese, ad esempio, attraverso una reale semplificazione e certezza nei tempi di pagamento da parte del pubblico.
Parallelamente al crollo dei consumi registrato a luglio 2012, qual è l’andamento delle donazioni al Banco Alimentare?
In termini di alimenti c’è molta disponibilità ma spesso pochi incentivi e molta burocrazia rallentano il desiderio di donare. Siamo fiduciosi nell’art. 58 del decreto Sviluppo che affronta proprio questo tema. In termini invece di sostegno economico la situazione è molto più chiara: le donazioni dei privati cittadini reggono, sono crollati i contributi delle imprese e del pubblico.
In che modo è possibile rispondere alla povertà delle famiglie, in un’ottica sussidiaria?
Ad esempio favorendo lo sviluppo di scuole che ritornino a dare entusiasmo a chi vuole imparare mestieri e facilitarne poi l’inserimento lavorativo. Il non profit non può reggere ancora per molto tempo nel sostenere le famiglie povere. I giovani devono tornare a sentirsi protagonisti.
Che cosa fa ogni giorno il Banco Alimentare per dare una risposta alle famiglie povere?
Continua a recuperare le risorse alimentari che altrimenti sarebbero sprecate e cerca di favorire una collaborazione tra le strutture caritative, anche immaginando innovazione nelle risposte che il non profit può dare. Questa è una sfida che ancora è colta poco.
(Pietro Vernizzi)