Tanto per cominciare, va detto che, di solito, la Banca d’Italia c’azzecca. Le sue analisi e le sue previsioni sono considerate, dalla stragrande maggioranza del mondo accademico, dagli operatori economici e dalla politica, attendibili come quelle di poche altre istituzioni. Ebbene: in uno studio pubblicato da Bankitalia nella collana “Questioni di economia e finanza”, si afferma che il differenziale tra i btp italiani decennali e i bund tedeschi, fattore principale della crisi, dovrebbe attestarsi sui 200 punti base. Attualmente, invece, veleggia ben al di sopra dei 400. Da mesi. Costringendo il nostro Paese a sborsare circa 60-70 miliardi di euro annui solamente per ripagare gli interessi sul debito, limitando così, al minimo, qualsivoglia margine d’azione per implementare tutte le riforme necessarie per la ripartenza. Non si dimentichi, d’altronde, che lo spread fu il motivo principale per il quale un governo espressione di una maggioranza democraticamente eletta fu costretto e dimettersi per cedere il passo all’attuale compagine tecnica. Secondo Palazzo Koch, l’unico motivo del continuo sforamento delle soglie d’allarme consiste quasi esclusivamente nell’effetto contagio presente nella zona euro. Se dovessimo fermarci ai fondamentali della nostra economia, i rendimenti dei nostri bond dovrebbero essere decisamente inferiori. Calcolati, per l’appunto, su 200 punti base. Secondo il paper di Bankitalia, non solo gli spread tra i titoli tedeschi e i decennali italiani dovrebbero essere drasticamente inferiori ai livelli attuali, ma anche tra titoli a più breve termine e gli omologhi tedeschi. Secondo quanto si apprende nel documento, in particolare, «ampie differenze tra gli spread stimati e quelli correnti si riscontrano anche per scadenze più brevi: 180 punti base contro 410 sulla scadenza a due anni, e 270 punti base contro 490 su quella a cinque anni». Del resto, le dinamiche riflettono come, tra tutti i Paesi europei, la Germania continui ad essere l’unico che, dall’attuale situazione, ci sta solo guadagnando.



Secondo lo studio di Bankitalia, infatti, buona quota dello spread è originato proprio dal significativo calo del rendimento dei Bund che hanno goduto di un ingente flusso di acquisti da parte di tutti coloro che hanno ritenuto la Germania decisamente più solida e in grado di ossequiare il proprio debito di Paesi come l’Italia. Gran parte dei timori degli investitori deriverebbe dal fatto che la reversibilità dell’euro viene ritenuta un processo possibile.

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