Altro che leggero calo e frenata dei Paesi emergenti. Il ritmo di crescita cinese continua ad essere esponenziale tanto che, secondo uno studio realizzato dalla Pwc (PricewaterhouseCooper) sulla ricchezza mondiale, il gigante asiatico, nel 2030, sarà lo Stato più ricco del mondo. Gli Stati Uniti, attualmente il Paese al primo posto della classifica, saranno al secondo posto e lo manterranno fino al 2050. La proiezione è stato effettuata in termine di Parità di potere d’acquisto (Ppp), un indicatore alternativo al pil. Ovviamente, lo scenario sarà tale se, come sottolineano gli analisti, non interverranno nel frattempo fattori imprevisti in grado di sconvolgere il quadro sul fronte economico e geopolitico. Va da sé, infatti, che ad esempio una guerra planetaria, una nuova crisi o una catastrofe del genere farebbero saltare lo schema. Ci saranno altri fattori che potrebbero inficiare la previsione, quali l’altissimo disavanzo pubblico in India e Brasile, l’aumentare del tensioni sociali causati dalla evidenti disparità in Cina, la dipendenza da petrolio e gas di Russia e Nigeria. In ogni caso, se i parametri resteranno invariati, il Brasile avrà superato la Germania, e si troverà al sesto posto, davanti alla Germania e dietro la Russia; il Messico, invece, sarà più ricco di Gran Bretagna e Francia. L’Indonesia e la Turchia, poi, supereranno all’Italia, mentre l’India sarà al terzo posto, lo stesso dove si trova adesso. , l’India: è il punteggio che aveva già nel 2011 e che manterrà almeno fino al 2050. Noi, dall’attuale decimo posto, ci troveremo al tredicesimo nel2030 e al quattordicesimo nel 2050. Tornado alla Cina, e guardando i dati nel dettaglio scopriamo che nel quarto trimestre dell’anno ha registrano una crescita Pil pari al 7,9% su base annua, rispetto al +7,4% del trimestre precedente del +7,6% del secondo trimestre. Complessivamente, l’aumento registrato in tutto il 2012 è stato del 7,8%, meno comunque del +9,3% registrato nel 2011. Nonostante il colosso asiatico abbia le suddette prospettive, ha pur sempre marcato il tasso di crescita più basso dal 1999.



Sta di fatto che altri fati rivelano l’ottimo stato di salute della sua economia, quali una crescita annualizzata della produzione industriale del 10,3%, o la crescita del 15,2%  delle vendite al dettaglio, quando le stime davano al massimo un +14,9%. 

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