Marchionne saluta con apprezzamento il piano di aiuti europei, il Cars2020. Ospite a Milano al Quattroruote day si è detto convinto del fatto che siamo di fronte ad una svolta storica, ove il modello di business sin qui conosciuto è desinato a cambiare. Il piano è volto al rilancio dell’industria europea dell’automotive, attraverso un fondo costituito da più di due miliardi di euro, che saranno elargiti, tra il 2014 e il 2020, a quelle aziende che innoveranno nella ricerca e, in particolar modo,  nel campo delle vetture ecologiche ed elettriche. Non solo. Ulteriori finanziamenti dovrebbero essere messi sul piatto dalla Banca europea per gli investimenti, che li destinerebbe alle aziende del settore più piccole, all’occupazione e al finanziamento degli ammortizzatori sociali. L’ad del Lingotto ha anche aggiunto che, per la prima vota, l’Europa si è espressa in maniera equilibrata rispetto al settore automobilistico, «dimostrando di comprenderne i tempi e le esigenze». E, in effetti, il mercato europeo dell’auto non è mai andato così male come negli ultimi tempi, segnando, nel 2012, il peggior andamento dal’95; sono state registrate, infatti, 12.053.904 nuove immatricolazione pari ad riduzione contrazione dell’ 8,2%. In Italia, per inciso, si è registrata la peggiore performance tra i cinque principali mercati automobilistici. Abbiamo subito, infatti, una flessione pari al 19,9%, immatricolando 1.402.089 di nuove auto. Fiat, dal canto suo, sui dieci principali grandi produttori europei, si è collocata al settimo posto, 798.542 nuove immatricolazioni e una riduzione pari al 15,8%.  E, secondo Marchionne, le cose sono addirittura destinate ad andare leggermente peggio. Tuttavia, il piano europeo rappresenterebbe, a detta sua, un’importante segnale di discontinuità rispetto al passato. Tanto più che il suo obiettivo dichiarato è quello di aumentare dal 16 al 20% l’incidenza dell’auto sul Pil europeo. Tra le priorità individuate dall’imprenditore italo canadese, vi sono la riduzione delle dipendenza dal petrolio, l’adeguamento all’attuale capacità produttiva, e la ricerca di opportunità nei mercati extraeuropei.



Prima, ovviamente, di concludere qualsivoglia accordo, Marchionne ha rimarcato che ne valuterà le condizioni e l’opportunità. Specialmente sul fronte dell’incentivo a produrre vetture ecologiche a carburanti alternativi, come il metano, di cui, tuttavia, la Fiat già è leader. 

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