Le dimissioni dell’ex presidente del Monte Paschi Giuseppe Mussari, attualmente al vertice dell’ABI, hanno provocato il temuto terremoto. Oggi a Piazza Affari il titolo della banca senese è crollato di quasi il 10% il che significherebbe una perdita pari a circa duecento milioni di euro. Una vicenda pesante quella di Mussari il quale si dichiara apertamente innocente delle accuse a lui rivolte preferendo però dare le dimissioni pe non danneggiare il mondo delle banche. In realtà, visto come sta andando il Monte dei Paschi, la sua decisione ha già comunque cominciato a danneggiare e pesantemente le banche. Una vicenda complessa, legata alla vicenda di derivati che sarebbero stati sottoscritti segretamente nel 2009 dalla banca di Siena. Una vicenda che ha inevitabilmente connotazioni anche politiche visto che l’amministrazione di Siena è dimissionaria da tempo proprio per la gestione del Monte Paschi, in una città da sempre amministrata dalla sinistra. E’ il caso delle operazioni strutturate di Alexandria stipulata con la banca giapponese  Nomura nel 2009 appunto: secondo le prime stime questa operazione porterà a una perdita di bilancio pari a 220 milioni di euro per la banca senese. L’analisi su Alexandra sarebbe in fase di completamento dicono a Siena mentre il consiglio di amministrazione annuncia che sarà adottata “ogni misura necessaria per assicurare, anche retrospettivamente, la corretta rappresentazione contabile delle operazioni in oggetto”. Non è il solo caso di titoli tossici però, ce n’è uno che riguarda anche Deutsche Bank e che potrebbe rivelare un buco totale pari a 700 milioni di euro che verrebbero coperti dallo Stato italiano con 3,9 miliardi di emissioni di cosiddetti Monti-bond. Tornando alle dimissioni di Mussari ieri l’avvocato aveva diffuso una nota in cui tra le altre cose diceva che Assumo questa decisione convinto di aver sempre operato nel rispetto del nostro ordinamento, ma nello tempo, deciso a non recare alcun nocumento, anche indiretto, all’Associazione”. Mussari era a capo dell’ABI dal 2010. Nel caso della banca giapponese coinvolta responsabili dell’accordo oltre a Mussari, gli ex Antonio Vigni (direttore generale) e Gianluca Baldessarri (capo della finanza). 



Come detto il caso dei derivati è molto oscuro al momento: la banca giapponese sostiene infatti che l’accordo sia stato sottoscritto apertamente e con l’approvazione dei massimi livelli dirigenziali del Monte Paschi. A Siena invece si sostiene che il consiglio di amministrazioen non abbia mai esaminato questo accordo. 

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