Da Davos dove è in corso il World Economic Forum è intervenuto il presidente della Bce. Parole incoraggianti per quanto riguarda la crisi economica che ha devastato l’Europa negli ultimi mesi: per Draghi infatti nella seconda metà del 2013 arriverà la tanto attesa ripresa mentre il 2012 passerà alla storia e verrà ricordato come l’anno in cui è stato rilanciato l’euro. Un anno interessante lo ha definito il presidente della Banca centrale ricordando quelli che ha definito “straordinari progressi” dei governi nazionali per il consolidamento fiscale e le riforme strutturali. Ma ovviamente non basta e occorre fare di più ha ricordato ancora annunciando che la ripresa economica la si vedrà nella seconda parte del 2013. Ha ribadito i meriti del lavoro fatto dall’Eurotower per evitare “problemi drammatici” ad esempio i tre tagli del costo del denaro effettuati nel corso del 2012 e le due operazioni Ltro di liquidità alle banche. Ha poi parlato di supervisione bancaria: “E’ chiaro che se vuoi rompere i legami tra banche e Paesi, c’è bisogno di un supervisore indipendente” ha detto. Il riferimento era alla vigilanza unica bancaria tema di grande attualità: “Non è come una torta, nella quale ciascuna fetta controlla la propria parte. I singoli supervisori lavoreranno insieme in una supervisione europea. E’ chiaro che se vuoi rompere i legami tra banche e Paesi, c’è bisogno di un supervisore indipendente” ha detto. In questo senso ha ulteriormente chiarito che “la domanda da farsi è non è contrapporre la crescita all’austerità ma mitigare gli effetti a breve del risanamento”. Per Draghi esiste una sola strada precisa: “Vorrei vedere un taglio dei costi di governo, una calo delle tasse e una gestione degli investimenti per infrastrutture”. Da canto suo nel corso di una intervista televisiva, Christine Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale ha spiegato che i mercati sono alquanto ottimisti ma questo non significa abbandonarsi al relax ma al contrario proseguire con le riforme.
Ha poi specificato come il settore “pubblico e privato devono partecipare insieme ed essere parte della situazione per la ripresa dell’economia e del lavoro”.