Se Wall Street vola, Piazza Affari crolla. Crolla in particolare il titolo Saipem controllata Eni che si porta dietro tutta la Borsa milanese che alla fine chiude con un meno 2,36%. Dicevamo invece della borsa newyorchese, mai così bene addirittura dal 2007. Il motivo è dietro le trimestrali americane, l’attesa per una manovra di espansione monetaria della Banca centrale giapponese. Dicevamo del titolo Saipem che perde addirittura il 34,4% del proprio valore dopo aver toccato il meno 39. La colpa è dell’allarme profitti lanciato dalla stessa società petrolifera che ha ridotto le attese sugli utili del 2012 e tagliato anche le previsioni sull’anno in corso. Motivo del brutto momento anche le inchieste della magistratura sugli ex vertici dell’azienda. La stessa Eni oggi ha perso un 5,23%. Poi da analizzare il fronte banche, con lo scandalo Monte dei Paschi sempre al centro delle attenzioni. I titoli di Banco Popolare, Bpm e Monte dei Paschi sono infatti rimasti fermi a lungo in asta di volatilità. Poi sono stati riammessi ma con perdite significative. Stessa sorta è toccata ai titoli di Fiat e Finmeccanica. Tornando al crollo di Saipem si parla di insider trading tra le cause del crolo di oggi. Sono stati aperti accertamenti da parte della Consob sul collocamento di titoli Saipem da parte di Bofa Merrill Lynch per conto del fondo Fidelity. C’è la paura di abuso di mercato con informazioni riservate. E’ stata una giornata cominciata sin da subito male per la controllata Eni: il titolo è stato infatti sospeso per due ore davanti a un calo teorico di 39 punti percentuali. A metà mattinata finalmente è potuta entrare in asta con un calo del 36% a 19 euro covolumi pari a sei volte la media di una seduta completa. A quel punto erano già stati bruciati 4,5 miliardi di euro di controvalore. Se Piazza Affari è stata oggi un disastro il resto dell’Europa è riuscita a mantenersi a galla anche se di poco. Londra ha perso lo 0,23%, Francoforte lo 0,49%, Parigi lo 0,59%  e Madrid lo 0,21.  Per quanto riguarda il fatidico spread siamo davanti a un differenziale di 249 punti (in apertura era di 248 punti).



Infine l’euro arriva a quota 1,35 dollari, quota mai più raggiunta dal dicembre del 2011. L’euro viene cambiato esattamente a  1,3512 dollari.

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