Mario Monti va a SkyTg24 e si prende le sue “rivincite” su quanto si sta dicendo sulla sua linea politica, sul suo programma e sul futuro del dopo elezioni. Mantiene un profilo di ragionevolezza, di attenzione sulla situazione economica e precisa subito che non ci si deve fare illusioni, o meglio non si devono creare illusioni soprattutto in materia fiscale. All’inevitabile domanda sulle tasse e sulla pressione fiscale, il professore appare di estrema concretezza e prudenza: “Le tasse vanno ridotte, ma con cautela”. E per quanto riguarda l’Imu, che in Italia si sta rivelando molto impopolare, Monti replica quasi seccamente: è un frutto un impegno preso dal precedente Governo. In più precisa: “L’Imu va comunque modificata e ristrutturata. E comunque va data ai Comuni”. Si sfiora anche il congelamento dell’Iva. Ma il tutto è portato su un piano molto soft dal professore, perché ritiene che il problema riguarda sempre la situazione complessiva del Paese; occorre ridurre la spesa pubblica, via maestra per arrivare successivamente a un taglio della pressione fiscale. Non risparmia risposte a Silvio Berlusconi: “Non ero considerato un leaderino, ma qualche cosa di più”. Infine la scelta di scendere in campo: “La decisione di salire in politica la stavo covando prima e quel voto (la sfiducia del Pdl) mi ha rafforzato nel convincimento”.
Guido Corbetta è docente di Strategia aziendale nell’Università Bocconi. È un economista che ha una visione complessiva della realtà italiana, una conoscenza precisa della realtà delle aziende italiane e condivide molto di quello che dice Monti in questo momento.



Come giudica queste dichiarazioni di Monti? Vede un’inversione di rotta rispetto alla pressione fiscale?

Mi sembra che Monti resti su una linea di grande prudenza, di grande cautela in materia fiscale. È vero che per la prima volta ha parlato in questo modo dell’Imu, cioè definendola come un’ “eredità” da onorare in base agli impegni del precedente governo. Ma non credo che Monti sia un uomo che fa una cosa perché doveva rispettare un impegno del precedente governo. Lui stesso ha giudicato che in questo momento l’Imu andava fatta, andava bene. Poi certo ha aggiunto la necessità di rivedere complessivamente l’impianto fiscale nei prossimi anni.



Perché sempre questa prudenza in materia di tasse?

Guardi, la situazione del Paese non garantisce ancora una reale fuoruscita dall’emergenza. Siamo ancora in una situazione dove le difficoltà sono tante, quindi non si possono giustamente creare false illusioni. Ci sono comunque novità a cui Monti non vuole rinunciare: alcune riforme strutturali, la necessità di modernizzare questo Paese, di combattere il conservatorismo trasversale che lo tiene bloccato.

Come giudicare un leader come Mario Monti?

A me sembra che, anche nella sua intervista televisiva, abbia dato l’immagine di un leader politico moderato, ma che nello stesso tempo è radicale nel perseguire alcuni obiettivi che per lui sono irrinunciabili per far ripartire l’Italia. È una definizione, quella del moderato-radicale, che già l’Economist gli aveva dato. Ma mi sembra calzante. Ieri Monti ha spiegato la sua linea economica, dove anche lo Stato ha una parte importante nell’economia, non solo i privati, e si è collocato nel solco dell’economia sociale di mercato, polemizzando ad esempio con alcuni commentatori come Piero Ostellino, che lui definisce “liberisti astratti”…



Si è anche soffermato su alcune questioni che devono essere risolte in Italia e che impediscono gli investimenti esteri.

Ha fatto un elenco che che già conosciamo, ma che è sempre reale: la lunghezza, i tempi biblici della giustizia civile, la corruzione, il tasso di interesse, il costo dell’energia. Ecco, io credo che nel prossimo Parlamento questi problemi possano essere affrontati con meno animosità che in passato. Quello della giustizia civile dovrebbe oggi essere un tema più semplice da affrontare.

Prudente, ma determinato, Monti. Un uomo che non rinuncia a un nuovo salto verso la modernizzazione.

Credo che il suo impegno sia legato proprio a questa sua visione.

(Gianluigi Da Rold)