Consumi in lieve aumento ad agosto, con le vendite al dettaglio in rialzo dello 0,2% rispetto allo scorso anno, un aumento dovuto soprattutto alla crescita del settore alimentare (+1%). Lo rileva l’Istat, secondo cui si tratta della prima nota positiva dopo tredici mesi caratterizzati dal segno meno: fino ad agosto, infatti, i prodotti alimentari erano in calo dell’1,2% e gli altri del 3%. Nel confronto annuale, si registra però una flessione dello 0,4% per i comparti diversi dal settore cibo. Gli ambiti più colpiti sono quelli della farmaceutica (-2,2%),quello della cartoleria (-2,0%) controbilanciate dal contributo positivo del settore dell’informatica, telecomunicazioni e telefonia (+1,8%). Il caso dell’alimentare è abbastanza curioso se mettiamo a confronto i dati di agosto per i grandi distributori e i piccoli negozi: i primi hanno avuto un aumento nelle vendite al dettaglio (+3,6% su base annua), mentre i secondi hanno visto come protagonista il segno meno (-1,1%). Le cause di quanto appena detto sono da ricercare nella mancata partenza per il mese di agosto di molti italiani che hanno dovuto fare i conti con esigenze di budget. Ben 3 milioni hanno dovuto rimandare le vacanze e in questo modo sono andate a fare la spesa secondo la routine di tutto l’anno. Questo è il pensiero dei principali esponenti di Coldiretti, i quali sono del parere che anche le persone che sono riuscite a partire verso altri lidi hanno comunque preferito risparmiare rifornendosi nei grandi supermercati. Da Federconsumatori e Abusdef arriva invece una battuta d’arresto per l’ottimismo diffuso dall’Istat riguardo all’interpretazione dei dati. Secondo gli esponenti delle due associazioni, la situazione è “aggravata” dall’aumento dell’Iva “nonché dall’introduzione della Trise e della nuova Imu.