«L’operazione di salvataggio di Alitalia con l’intervento di Poste Italiane è stata ben congegnata dal governo e ciò renderà difficile una vittoria di British Airways in sede di ricorso europeo. Nel lungo periodo invece la soluzione potrebbe essere rappresentata da un ingresso di Etihad nella compagnia italiana». Lo spiega Oliviero Baccelli, professore di Economia dei trasporti dell’Università Bocconi di Milano. Iag, il gruppo che controlla British Airways, ha annunciato un ricorso in sede europea contro l’acquisizione di quote fino a 75 milioni di euro da parte di Poste Italiane. L’ad di Iag, Willie Walsh, ha sottolineato: “Stiamo esaminando le opzioni legali con attenzione perché è un palese aiuto di Stato e noi ci opponiamo”.



Professor Baccelli, un eventuale ricorso di Walsh può mettere a rischio il salvataggio della compagnia europea?

Questa volta lo fa British Airways, la volta precedente lo ha fatto Ryanair, altre ancora lo ha fatto Meridiana. In tutti i casi in cui c’è anche solo il lontano sentore che ci possa essere un aiuto di Stato nel settore del trasporto aereo, da sempre i legali sono stati messi all’opera fin dal primo minuto. Questa levata di scudi di British Airways è quindi assolutamente attesa, così come poteva esserlo da parte di chiunque altro. Questo tema ha sempre avuto una forte sensibilità da parte della Commissione Ue, che ha sempre aperto indagini su queste questioni.



Quali decisioni prenderà stavolta la Commissione Ue?

Chiaramente la Commissione Ue farà il suo lavoro, verificando gli aiuti di Stato. In questo caso quella nei confronti di Alitalia appare però come una soluzione meglio strutturata rispetto al passato. La rete di protezione estesa dalla presidenza del Consiglio dei ministri attraverso Poste Italiane mi sembra ben congegnata e limitata. Non credo che ci sarà un intervento da parte della Commissione Ue con una richiesta di chiarimenti piuttosto che di restrizioni alle attività operative o verifica dell’effettivo cambio dei piani industriali e degli assetti societari.



Air France potrebbe non partecipare all’aumento di capitale e scendere così dal 25% all’11% di Alitalia. Quali alternative possono essere trovate alla compagnia francese?

Le alternative su scala europea sono estremamente limitate. Il mondo dei vettori che si basa su logiche di newtork carrier include tre principali player: British Airways, Air France e Lufthansa. British Airways non è intenzionato a entrare nel mercato italiano. Lufthansa ha già esteso in modo importante il suo network con le varie acquisizioni di Swiss e Austrian. La quota di mercato europeo è quindi già interessante. Air France rimane quindi l’unico vettore di rilevanza europeo interessato ad Alitalia, con la quale ha sinergie attivate da dieci anni e rafforzate in diversi modi. Diverse compagnie mediorientali potrebbero essere interessate.

 

Secondo lei, quale presenta le migliori prospettive?

Fra i vettori del Medio Oriente quello che sembra più promettente è Etihad. Ha messo i conti in ordine e ha una struttura un poco più grande di Alitalia in termini di ricavi e volumi, ma non come Emirates che è un gigante con strutture già ampiamente consolidate. Etihad ha piani di espansione interessanti e ha già attivato un modello di sviluppo con scelte strategiche precise. Queste ultime hanno previsto l’acquisizione di quote fra il 25% e il 30% in vettori sia europei che indiani con i quali stringere partnership molto forti. In Europa è entrata in Air Berlin e in Serba Jet, in India in Jet Airways.

 

Quindi a Etihad manca solo Alitalia per fare l’en plein?

Diciamo che Etihad ha un modello di sviluppo che potrebbe essere pienamente compatibile con quello di Alitalia e di Roma Fiumicino. Questa potrebbe essere sicuramente una strada da percorrere, anche se ovviamente nessuno è disposto a investire i suoi soldi senza vedere quali sono effettivamente i conti. È stato completato in questi giorni il quadro esatto di crediti e debiti di Alitalia e quindi via via che la situazione sarà chiara anche altri potranno valutare il da farsi e decidere se associarsi.

 

(Pietro Vernizzi)