Il governo si attiva per non perdere il controllo delle aziende che ritiene di interesse strategico per il Paese attraverso un decreto che dovrebbe arrivare oggi in Consiglio dei ministri e che estende alla telecomunicazioni la Golden Share, ribattezzata “Golden Power”. Al di là delle proprie partecipazioni, dunque, l’esecutivo potrà intervenire su aziende che operano nel settore della difesa da un lato, dei trasporti, dell’energia e, ora, delle comunicazioni. Ovvero, potranno intervenire in Telecom. Il decreto attuativo sulla difesa era già stato emanato. Quello sugli altri tre settori è rimasto congelato per mesi. Dopo l’operazione Telecom-Telefonica, dunque, interviene la legge per definire la rete un asset strategico e, quindi, sottoposto a vincoli particolari. Lo Stato, in pratica, potrà imporre alla proprietà determinati comportamenti relativi, ad esempio, agli investimenti. In certi casi potrà addirittura porre il veto sulle decisioni della dirigenza, laddove esse contrastino con gli interessi della sicurezza nazionale. Non appena la legge entrerà in vigore, il governo potrà chiedere alla società acquirente il piano industriale e, se lo riterrà opportuno ai fini della sicurezza nazionale, potrà pretenderne alcune modifiche.



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