La valutazione della Commissione europea “discende da una stima di crescita del prodotto che non coincide con quella del Governo italiano e comporta implicazioni per le proiezioni di finanza pubblica”. Dopo il negativo giudizio espresso dall’Ue sulla Legge di Stabilità varata dall’esecutivo, il ministero dell’Economia pubblica una nota in cui spiega che non si tratta di una bocciatura e che “i rischi segnalati sono stati già considerati nell’azione del governo”. Infatti, nel formulare il suo giudizio, la Commissione “non tiene conto di importanti provvedimenti annunciati dal governo, anche se non formalmente inseriti nella Legge di stabilità, e già in fase di attuazione”. Provvedimenti che da un lato “rappresentano uno stimolo all’economia”, dall’altro “saranno in grado di produrre gettito e risparmi di spesa aggiuntivi che il governo intende utilizzare per ridurre ulteriormente il disavanzo e il debito del 2014, oltre che per alleggerire la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese”. Il governo condivide comunque “il giudizio della Commissione sull’esigenza di continuare a perseguire una strategia di consolidamento delle finanze pubbliche e di riduzione del debito e ritiene che le misure sopra indicate avranno effetti positivi sui conti pubblici, in linea con quanto richiesto dal Patto di Stabilità e Crescita, senza bisogno di ulteriori interventi”.
L’Unione europea boccia la Legge di Stabilità italiana. La Commissione, commentando l’operato del governo sulla manovra finanziaria, ha evidenziato il rischio “che la bozza di legge di bilancio 2014 non rispetti le regole del Patto di crescita e stabilità”, e per questo motivo deve essere modificata. In particolare, a non essere rispettati sono i tetti di riduzione del debito nel 2014, visto che secondo le stime Ue il debito vale il 133% del Pil quest’anno e salirà al 134 l’anno prossimo, eppure la bozza di legge “mostra progressi limitati” anche per quanto riguarda “la parte strutturale delle raccomandazioni fiscali messe a punto dal Consiglio Ue nel contesto del semestre europeo”. Per l’Italia, quindi, al momento non ci sono le condizioni per avvalersi della cosiddetta “clausola di investimento” attraverso la quale l’Europa avrebbe concesso al nostro Paese tre miliardi di maggiori spese per una gestione più tranquilla dei conti. La Commissione europea ha stabilito che l’Italia “non può beneficiare della clausola per gli investimenti nel 2014 in quanto sulla base delle previsioni autunnali della Commissione europea non ci sarebbero gli aggiustamenti strutturali minimi richiesti per portare il rapporto debito/Pil verso un livello di decrescita sufficiente”. L’Ue ha quindi invitato le autorità italiane “a prendere le misure necessarie, all’interno del processo per il bilancio nazionale, per assicurare che il budget 2014 rispetti pienamente il Patto di crescita e stabilità”.