Il costo del denaro è al minimo storico. A sorpresa, il Consiglio direttivo della Banca centrale europea, riunitosi a Francoforte, ha deciso di tagliare i tassi di interesse dell’area euro di 25 punti base, facendo così calare il principale riferimento sul costo del denaro allo 0,25 per cento dal precedente 0,50 in vigore da maggio (precisamente dal 2 maggio 2013, e anche in quel caso si trattava di un minimo record per la Bce). Dopo la discesa dell’inflazione allo 0,7% nell’area dell’euro nel mese di ottobre, i mercati avevano ipotizzato una riduzione dei tassi per contrastare questa frenata e per il timore della deflazione. Nonostante ciò, il presidente della Bce Mario Draghi ha detto di non vedere al momento deflazione nel futuro dell’Unione Europea, ma “solo un protratto periodo di bassa inflazione”. Gli ultimi indicatori “mostrano un’ulteriore diminuzione della pressione sui prezzi nell’area euro e le famiglie stanno beneficiando del calo dei costi dell’energia”, ha spiegato Draghi, secondo cui “le dinamiche monetari e del credito restano deboli e le aspettative sull’inflazione continuano a essere fermamente ancorate, in linea con i nostri obiettivi”. I tassi, ha aggiunto il numero uno dell’Eurotower, resteranno bassi per un periodo prolungato e la Banca centrale è pronta a considerare tutti gli strumenti a disposizione per sostenere l’Eurozona.