«Se vado a cena o no con Silvio Berlusconi è una faccenda puramente privata, ma se mi chiedete se parlo con i politici della necessità di uscire dall’euro, allora vi dirò di sì». Il telefono di Claudio Borghi Aquilini, professore di Economia degli intermediari finanziari nell’Università Cattolica di Milano, deve aver squillato parecchio ieri, come lui stesso ha ammesso a ilsussidiario.net in questa conversazione. Volevano tutti sapere se questa cena con il leader di Forza Italia c’era stata o no. Appurato che non ne volesse parlare, Borghi ci ha comunque detto come non sta evitando incontri a livello politico (lunedì incontrerà alla Camera i 5 Stelle) per convincere della bontà della sua battaglia: l’Italia deve uscire – e subito – dall’euro. Ecco perché. 



Professore, ci parla di questo suo impegno no euro che sta assumendo sempre più massicciamente? Che cosa ha in serbo?

Fondamentalmente quello che dico da molto tempo e che ho detto anche al vostro giornale numerose volte. L’Italia ha oggi un problema fondamentale: si chiama euro. Non dimentico certo gli altri problemi, ma quando parlo di uscita dall’euro sto parlando comunque di una condizione necessaria, seppur non sufficiente, a risolvere tutto il disastro in cui ci troviamo.



Andiamo nel dettaglio: necessaria perché? 

Glielo spiego, anzi glielo ridico. Non è possibile pensare che risolvendo altre situazioni strutturali in cui ci troviamo riusciremmo a risolvere la crisi. Avendolo detto da molto tempo, e avendo ragionato con diverse personalità che mi chiedevano di fondare un partito no euro, ho capito che non sarebbe la maniera corretta per questa battaglia fondarne uno nuovo visto che i partiti già ci sono. Allora vediamo di convincere loro a fare questa battaglia. Non è una questione ideologica, non è una questione di essere di destra o di sinistra per dire no all’euro.



Che questione è, allora? 

Diciamo intanto che è più facile ed efficace convincere i partiti che già ci sono che la questione cruciale per risolvere la crisi è uscire dall’euro invece che fondare un nuovo partitino.

Questo è chiaro, ci dica allora cosa sta dicendo ai politici.

Banalmente sto cercando di convincere tutti i partiti possibili della mia idea, per il bene dell’Italia. Lunedì, ad esempio, sarò alla Camera dove mi hanno invitato i Cinque stelle per discutere e argomentare con loro. Dunque, se anche avessi parlato con Berlusconi, non ci sarebbe proprio nulla di strano.  

Sembra di capire però che lei sta cercando il consenso tra le attuali forze di opposizione: Forza Italia, 5 Stelle. C’è anche la Lega? Salvini appena eletto segretario ha detto che la sua priorità è portare l’Italia fuori dall’euro.

Infatti, sono in ottimi rapporti con Salvini.

Non le contesto questo, ma convincere le forze di opposizione sembra facile e poi a che risultato concreto può portare visto che sono all’opposizione?

Se queste forze sono all’opposizione non mi stupisco. Non si può essere contro l’euro e contro l’Europa e poi fare invece quello che l’Europa ti chiede di fare e che è sbagliato per quello che invece occorre all’Italia. Troverei infatti assurdo che fosse d’accordo Letta che invece è espressione degli interessi di questa Europa.

 

Sì, ma che consenso popolare potrete avere?

Se noi sommiamo il famoso super premio elettorale, il Pd ha la maggioranza grazie al Porcellum abrogato se no col piffero che il Pd può avere il 51%. Se noi sommiamo le forze che potenzialmente o dichiaratamente o in futuro possono essere contro l’euro secondo me si va agevolmente sopra il 51%. 

 

Facciamo allora i conti.

Facciamoli: Grillo e Lega sicuramente ci stanno. Forza Italia e Fratelli di Italia al momento non si sa, ma potenzialmente son critici verso l’Europa. Come dico io, nell’ultimo miglio ci stanno anche loro. Si va dunque a percentuali molto elevate. Di sostegno acritico all’Europa e a un euro che non va bene e non fa gli interessi d’Italia alla fine c’è solo il Pd. Forse anche il Nuovo centrodestra, ma non ne sarei così sicuro.

 

Ma se il Paese più devastato economicamente d’Europa e cioè la Grecia non è uscito dall’euro, perché dovrebbe farlo l’Italia?

C’è un motivo chiarissimo: la Grecia riceve un mare di soldi dall’Europa, anche i nostri. È cosa razionale per la Grecia non uscire dall’euro. Personalmente, se io fossi un greco uscirei lo stesso perché la vita del cane che aspetta il padrone che porta la pappa nella ciotola non la gradisco. Ma dal punto di vista di puro calcolo tutto sommato va bene: prendono centinaia di miliardi dall’Europa sotto forma di prestiti dei fondi salva-stati. L’Irlanda ne ha presi 60 e così il Portogallo, la Spagna 40 per le sue banche. Gli unici cretini in crisi e che invece prestano soldi a tutti e si indebitano per alimentare i fondi salva-stati siamo noi italiani.

 

Ma lei sarebbe per una soluzione all’inglese? Fuori dalla moneta unica, ma dentro all’Unione europea?

Dal mio punto di vista consiglierei di stare nell’Unione in modo non dogmatico, vedendo di volta in volta cosa conviene o non conviene all’Italia. Per troppo tempo abbiamo fatto le convenienze degli altri, cominciamo adesso a vedere cosa conviene davvero a noi.

 

Ci dica in una battuta cosa prevede il suo progetto no euro.

Diciamo che la cosa fondamentale è avere una moneta fatta correttamente per la nostra economia. Non c’è scritto da nessuna parte che debba esistere uno Stato debole con una moneta forte, normalmente uno Stato forte ha una moneta forte e uno Stato debole una moneta debole. Il nostro caso invece è un suicidio. Non possiamo vendere i nostri prodotti per colpa dell’euro e dunque si crea disoccupazione.

 

Potrebbe allora essere una misura provvisoria? 

No assolutamente, cosa ci ha insegnato questa crisi? Ci ha insegnato che la solidità monetaria è necessaria per assorbire gli shock, quindi i paesi non sono tutti deboli e tutti forti, dipende dalle circostanze. Pensiamo all’Inghilterra che è un Paese comunque forte, non è certo la Grecia. Nel 2008 era molto debole perché la crisi finanziaria era scoppiata e la prima industria inglese è proprio quella finanziaria.

 

Che cosa ha fatto l’Inghilterra?

Abbiamo visto da una parte l’Irlanda che ha alzato subito bandiera bianca e ha chiesto aiuto, mentre gli inglesi sono rimasti serenamente sulle proprie gambe perché nonostante i loro problemi fossero potenzialmente peggiori di quelli dell’Irlanda, sono riusciti a controllare la loro moneta.

 

In che modo?

Tutti coloro che vendevano titoli di stato hanno potuto farli acquistare dalla banca centrale, la forza della speculazione invece di far salire lo spread come da noi tagliandoci le gambe si è scaricata sulla moneta. La sterlina è stata svalutata del 30% senza che nessuno morisse, senza inflazione. Adesso stanno pure crescendo con la disoccupazione al 7% e la nostra al 12% è anche in crescita, eppure i livelli di dati economici erano simili.

 

Sempre con una battuta, se le cose stanno così perché l’Italia è succube e subisce soltanto?

Non me lo spiego. Io farei altro nella vita che il propagandatore di queste cose, però vedo che tutti stanno zitti: almeno uno che lo dica ci vuole. Suppongo che da una parte questo sia frutto di precisi interessi di cui buona parte il portatore è il Pd che si è totalmente svenduto all’eurocrazia. Non si sa perché: se per Prodi o se per evitare di rinnegare tutta la sua storia, tutta la propaganda prodiana. 

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