I proprietari di prima casa non possono ancora dirsi tranquilli, nonostante siamo ormai alla fine dell’anno: una parte di loro dovranno ancora pagare la cosiddetta mini-Imu, nonostante l’odiosa tassa sulla casa sia stata abolita dal Governo Letta. Vediamo di capire perché e tutto quello che è bene sapere in proposito.
Cos’è la mini-Imu? Si tratta della quota d’imposta eccedente l’aliquota standard del 4 per mille del 2013 che alcuni comuni hanno deciso di aumentare portandola fino al massimo consentito del 6 per mille. Nei comuni dove è stato deliberato l’aumento i cittadini sono tenuti a versare il 40 per cento di questa maggiorazione. Sono molti i capoluoghi di provincia in cui l’aliquota è stata portata al valore massimo del 6 per mille: tra essi Milano, Ancona, Frosinone, Perugia, Parma, Piacenza, Rieti, Napoli. In altre città, come Roma, Bologna e Verona l’aliquota è stata invece fissata al 5 per mille. Altri Comuni hanno invece optato per aliquote non arrotondate: Avellino, Foggia o Terni ad esempio hanno scelto il 5,5 per mille; Teramo il 4,6 per mille, Torino il 5,75, Genova il 5,8.
Ma l’Imu sull’abitazione principale non era stata abolita? In effetti l’Imu era stata abolita in attesa del passaggio alla tassa sui servizi comunali. Ma il governo ha deciso che non si pagherà solo la quota originariamente stabilita per tutti a livello statale, corrispondente all’aliquota del 4 per mille. Le maggiorazioni deliberate dai comuni restano invece a carico dei cittadini che sono tenuti a versare il 40 per cento dell’aumento.
Chi deve pagare la mini-imu? La prima cosa da fare per sapere se la mini-imu è dovuta è verificare se l’aliquota nel proprio Comune è rimasta al 4 per mille o è stata aumentata. L’informazione è generalmente reperibile nel sito Internet del Comune di residenza. Inoltre è possibile rivolgersi anche ai Caf (centri di assistenza fiscale) per ottenere delucidazioni.
Come si calcola la mini-Imu? Se la mini-Imu è effettivamente dovuta, cioè se l’aliquota in vigore nel proprio comune è sopra il 4 per mille, allora è necessario calcolare l’importo. Per prima cosa bisogna determinare l’Imu teoricamente dovuta con l’aliquota decisa dal Comune, applicando l’aliquota stessa alla rendita catastale moltiplicata per 168, e sottraendo la detrazione di 200 euro. Poi si ripete l’operazione ma applicando questa volta il valore standard del 4 per mille. L’importo dovuto è il 40 per cento della differenza tra questi due valori.
Come si paga? Per il versamento bisogna utilizzare il modello F24 da presentare a uno sportello bancario o postale oppure un comune bollettino postale. Il modello F24 è disponibile anche sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Quando non bisogna versate la mini-Imu (soglia minima per il pagamento) Per le abitazioni di valore catastale molto basso c’è la possibilità che l’importo da versare sia minore di 12 euro, soglia sotto la quale la legge esclude il versamento.
Scadenza per il pagamento. La mini-imu dovrà essere versata entro il 24 gennaio. In un primo tempo la scadenza era stata fissata al 16 gennaio ma con l’approvazione della legge di stabilità il termine è stato posticipato di una settimana e slitta al 24 gennaio.