Con l’anno nuovo, anche i pedaggi autostradali subiranno dei pesanti rincari, in certi casi pesantissimi. Come per quanti si avvalgono, magari tutti i giorni, della Venezia-Padova: la maggiorazione comporterà un aggravio da 70 centesimi a tre euro. La Filt-Cgil Veneto si è detta convinta che si tratti di una misura iniqua nei confronti del territorio, ovvero di un aumento di addirittura il 400 per cento. Tiziano Bembo, presidente di Cav, la società che gestisce il passaggio, fa presente che non è colpa sua. L’incremento era stato indicato da una delibera del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica). Contestualmente, ci saranno aumenti del 15 per cento sulla A5 Torino-Aosta e del 12,9 per cento sulla A4 Venezia-Trieste. In questi ultimi due casi, alcuni parlamentari di Sel (tra gli altri, Giorgio Airaudo, Titti Di Salvo, Francesco Ferrara e Daniela Farina), del Pd (Ermete Realacci, Paola Bragantini, Cristina Bargero, e Maria Chiara Gadda) e dell’M5S (Massimo De Rosa e Prodani Aris) hanno presentato un’interrogazione scritta al governo per chiedere lumi sulla vicenda. Hanno chiesto, in particolare, quali iniziative intenda intraprendere per «per evitare ulteriori stangate all’economia del Paese, già pesantemente in crisi, che subirebbe ulteriori danni nel campo dei trasporti e del turismo, oltre che per prevedibile aumento generale dei prezzi al consumo». Poi, è stato chiesto di dare attuazione alla legge Matteoli del 2009, secondo la quale l’indice dei prezzi del settore non dovrebbe poter aumentare più dell’inflazione. Tra le altra autostrade italiane in cui, con ogni probabilità, ci sarà un appesantimento delle tariffe, segnaliamo la Asti-Cuneo (+7,20 per cento), l’Autostrada dei Fiori (+3,70 per cento), il Passante Mestre (+13,55 per cento), la Milano Serravalle (+1,16 per cento), l’Autostrada Ligure – Toscana S.p.A(+3,93 per cento), la Tangenziale Napoli (+3,59 per cento) e la Torino-Savona (+2,24 per cento).