In Italia, la cosiddetta rivoluzione digitale è ben lungi dall’essere diventata realtà. Se la maggioranza dei servizi pubblici di base è disponibile anche on line, ben il 39 per cento della popolazione tra i 16 e i 74 anni non si è mai collegata ad internet. Ciò significa che i metodi di comunicazione tradizionale come lettere, bigliettini e cartoline, per molti, sono ancora un’usanza ben radicata. In certi casi, poi, sono una necessità, anche per gli avvezzi ai sistemi digitali. Basti pensare all’impiego delle raccomandate con ricevuta di ritorno: ancora oggi, in gran parte delle pubbliche amministrazioni, per moltissime aziende, o in qualunque sede in cui si debba affrontare un contenzioso legale, rappresentano l’unico sistema di certificazione riconosciuto dalla legge. Per questo, per milioni di italiani, l’aumento ai servizi offerti da Poste italiane, a cui l’Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni (Agcom) ha dato il via libera, potrebbe determinare l’ennesimo salasso. In particolare, l’Agcom, con un lungo e complicato provvedimento, ha stabilito che le Poste hanno facoltà – “facoltà”, quindi non sono obbligate – «di incrementare il prezzo delle posta prioritaria relativa alla prima fascia di peso (0-20 grammi), fino a 0.95 euro a invio, entro il 2016». Potrà aumentare anche il prezzo delle raccomandate. Quelle relative alla prima fascia di peso, che variano cioè dai 0 ai 20 grammi, potranno passare dai 3,60 ai 5,40 euro. I francobolli, poi, potranno aumentare da 70 a 95 centesimi. Si tratta di rincari tutt’altro che indifferenti, ovvero del 35 per cento per la lettera semplice e del 50 per cento per la raccomandata. Tutto ciò potrà verificarsi entro il 2016. Ma non in maniera repentina, né tutto in una volta. L’Autorità, infatti, fa sapere che se le Poste decideranno di avvalersi della facoltà di aumentare i prezzi, gli incrementi dovranno essere realizzati «in non meno di due distinte variazioni, ciascuna delle quali non superiore al 60% dell’incremento di prezzo complessivo, avente efficacia almeno annuale».