Nella giornata di ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente. Il riccometro – arma decisiva nella lotta ai “falsi poveri”, nel mirino dell’esecutivo Letta – misura il reddito, ma anche la ricchezza complessiva della famiglia per regolarne l’accesso ai servizi sociali agevolati quali asili nido, assegni di maternità, disabilità, bollette della luce, mense scolastiche e tasse universitarie. Il premier ha puntato il dito: “Bisogna evitare lo scandalo dei finti poveri e occuparsi del rapporto diretto tra situazione reale delle famiglie e delle persone e l’accesso ai diritti”, per poi aggiungere: “Si tratta di una notizia importante e per il cambiamento che interviene in modo significativo in favore delle famiglie e dei disabili”. Andiamo a vedere nello specifico cosa prevede l’Isee appena varato.



Partiamo dalla casa, che avrà più peso di prima. Perché? Viene infatti preso in considerazione il valore degli immobili calcolato ai fini dell’Imu (invece che dell’Ici, come accadeva invece nella vecchia versione). Chi è (regolarmente) in affitto potrà detrarre fino a un massimo di 7000 euro l’anno più 500 euro per ogni figlio a partire dal terzo in poi. Chi invece ha la propria casa di proprietà potrà detrarre 52.500 euro dal valore fiscale dell’immobile più 2.500 euro per ogni figlio, a partire dal secondo, che vive in casa. Nel caso vi fosse un mutuo aperto, vengono sottratte le rate ancora da corrispondere. Infine, nel calcolo rientrano anche gli immobili all’esterno. Il nuovo Isee terrà dunque conto delle caratteristiche di una famiglia: vi sarà dunque un occhio di riguardo per nuclei numerosi o per chi ha persone con disabilità a carico.



Reddito, stipendio e pensione. Ma non solo: anche case, conto in banca e azioni. Il reddito verrà considerato in base a tutte le entrate di un nucleo famigliare, tassate (cedolare secca in caso di affitto) e non, come assegni di mantenimento e pensioni di invalidità.

Secondo il nuovo riccometro, solo una parte dei dati potrà essere autocertificata. I dati fiscali più importanti, come il reddito complessivo, saranno presi direttamente dalla pubblica amministrazione, ovvero dalla banca dati del Fisco.

Oltre a venir ridotti gli spazi di autocertificazione, i controlli aumenteranno. In primis chi dichiara di non avere un conto in banca finirà nel mirino del Fisco: l’anagrafe dei conti correnti (in fase di aggiornamento) svolgerà un ruolo principe. Grazie all’incrocio delle banche dati, la Guardia di Finanza sarà impegnata in una serie di verifiche su chi ha auto, moto (superiori a 500 di cilindrata) e barche.



Infine, nel caso in cui si perdesse il posto di lavoro o si finisse in cassa integrazione e si subisse una riduzione delle entrate superiore al 25%, viene concessa la possibilità di stilare un “Isee corrente”  semestrale o quadrimestrale.