«Il Ceo di Ryanair, Micheal O’Leary, è l’unico ad avere le potenzialità per salvare Alitalia per tre ragioni fondamentali. La compagnia irlandese è sufficientemente grande, non ha i problemi gestionali di Air France e a differenza di Aeroflot ed Emirates ha la sua base operativa nell’Unione Europea». A rimarcarlo è Marco Ponti, professore di Economia applicata ed esperto di trasporti del Politecnico di Milano, dopo che in occasione della conferenza stampa per presentare i suoi nuovi voli da Roma Fiumicino, O’Leary ha annunciato a sorpresa: “Noi ribadiamo la nostra proposta di collaborare per il rilancio della compagnia (Alitalia, ndr), per esempio cooperando nel feederaggio di Fiumicino, nell’acquisto di aerei o di carburante. Tutte le opzioni sono aperte, se ce lo dovessero chiedere noi saremmo pronti a considerare qualsiasi richiesta”. E, sempre riferendosi ad Alitalia, l’amministratore delegato di Ryanair ha aggiunto: “Noi vogliamo cooperare con loro e non rubargli il traffico, e non vogliamo fare nessuna concorrenza sulle tratte internazionali”.
Professor Ponti, quella su un eventuale ingresso in Alitalia è l’ennesima boutade di O’Leary o il Ceo di Ryanair stavolta fa sul serio?
Ma quale boutade, il ceo di Ryanair, Micheal O’Leary, ha dato prova che quando dice una cosa la fa. Stiamo parlando di un uomo straordinariamente ricco, la cui società ha capitalizzato più di qualsiasi altra compagnia europea. Se c’è un vettore nel Vecchio Continente in grado di investire senza problemi in Alitalia è Ryanair. Certo, poi O’Leary è un uomo d’affari di straordinaria aggressività, e i suoi risultati lo documentano.
Con quali obiettivi entrerebbe in Alitalia?
Se Ryanair entrerà in Alitalia non lo farà di sicuro per perdere soldi. Poiché finora l’unica cosa che è stata capace di fare la compagnia italiana è stata quella di bruciare un fiume di denaro altrui, l’ingresso di un imprenditore di successo come O’Leary sarebbe un’ottima cosa. Ryanair ha delle capacità gestionali e manageriali assolutamente straordinarie. Il suo ingresso nella compagnia italiana farebbe quindi molto bene, anche se certamente non avverrebbe “gratis”. Tutta l’aviazione europea ha imparato da O’Leary, nei cui confronti i manager delle altre compagnie nutrono un’invidia profonda, ma cercano allo stesso tempo di copiarlo disperatamente.
Le due società, Ryanair e Alitalia, sarebbero integrabili?
Le due società sono indubbiamente diverse. Alitalia ha anche una dimensione intercontinentale, pur molto fragile, che Ryanair invece non ha mai avuto. Per quanto riguarda le rotte nazionali ed europee, Ryanair ha una visione e una capacità strategica che sono straordinarie. Le due compagnie sono quindi certamente integrabili. Date le dimensioni e le risorse finanziarie a sua disposizione, non ci sono dubbi sul fatto che Ryanair si “mangerebbe” Alitalia.
Qual sarebbero le conseguenze per la compagnia italiana?
Le conseguenze sarebbero soprattutto positive, anche perché l’unica alternativa per Alitalia è quella di entrare in Air France che è a sua volta un grande colosso ma con dei problemi di non poco conto. Ryanair è altrettanto grande sul piano finanziario, e quindi i rapporti di forza con Alitalia sarebbero chiari fin dall’inizio. La compagnia italiana sarebbe cioè integrata a viva forza in quella irlandese, la quale è abbastanza solida per tenerla in piedi. Dati i conti di Alitalia, questo sarebbe però il prezzo da pagare nei confronti di chiunque decidesse di comprarla.
In caso di un’integrazione con Ryanair, Fiumicino continuerebbe a essere un hub intercontinentale?
Ryanair non ha una struttura basata su singoli hub, ma è multi-hub o point to point. Ha quindi un modello diverso, e anche per la parte italiana O’Leary manterrebbe la struttura multi-hub. La compagnia irlandese non ha mai avuto una dimensione intercontinentale, che è l’unica rispetto a cui il concetto di hub funziona. Qualora avvenisse un’integrazione, sicuramente Ryanair guarderebbe con particolare cura all’hub di Fiumicino per non danneggiarlo, nella misura in cui quest’ultimo continuerà a rappresentare un mercato che funziona.
Nell’ottica di un’integrazione, il fatto che Ryanair non abbia uno sviluppo intercontinentale rappresenterebbe un limite o una potenzialità?
Sarebbe soprattutto una potenzialità. Non conosco nei dettagli i piani di O’Leary, ma stando alle sue capacità riuscirebbe spingere Alitalia a dare il meglio senza entrare in competizione con la compagnia italiana. Vi sarebbe quindi un’iniezione delle capacità gestionali di O’Leary nella sezione intercontinentale di Alitalia.
(Pietro Vernizzi)