Il terremoto finanziario che sta scuotendo il Monte dei Paschi di Siena, con annesso scandalo relativo, rischia di produrne uno di entità giuridica altrettanto dirompente. Sono in corso, a Milano, da parte della Guardia di Finanza, delle perquisizioni degli uffici di Mps, su disposizione della magistratura di Siena. Sembra che Gianluca Baldassarri, l’ex direttore finanziario del gruppo, sia stato posto in stato di fermo. Il fermo giudiziario deve essere convalidato dalla magistratura. Inizialmente, era circolata la notizia che era stato arrestato. Su di lui peserebbero gravi indizi di colpevolezza raccolti a suo carico. Ci sarebbe, inoltre, secondo i pm, un concreto pericolo di fuga. Contestualmente, sono stati sequestrati 40 milioni di euro scudati da Baldassari, dal suo vice e da altre quattro persone. Su di loro grava l’ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Il reato è inscritto nell’ambito dell’inchiesta più ampia, ove è indagato anche Giuseppe Mussari, ex presidente di Mps, nonché dell’Abi. A quanto sostiene l’accusa, Baldassarri avrebbe effettuato una serie di manovre volte non tanto ad arricchire la banca, quanto se stesso. A puntare il dito contro di lui è stato Antonio Rizzo, un operatore finanziario che ha raccontato sia ai magistrati di Siena che di Milano che Baldassarri faceva parte della cosiddetta “banda del 5 per cento”. Ovvero, avrebbe lucrato, trattenendo per sé una percentuale su svariate operazioni milionarie. Nell’ordinanza di custodia cautelare, magistrati hanno parlato di ingenti somme di «sicura provenienza illecita mediante reiterate operazioni fraudolente», e «della sproporzione degli importi scudati rispetto alle entrate degli indagati». Sembra che nessuno degli indagati avesse un reddito superiore al mezzo milione di euro l’anno. Lo stato di fermo di Baldassarri potrebbe essere il primo di una serie di casi analoghi nell’ambito della stessa inchiesta. Ci potrebbero essere diversi arresti. Ieri, intanto, presso la Procura di Siena, è stato ascoltato anche Daniele Pirondini, ex direttore finanziario di Banca Monte dei Paschi, in carica al momento dell’acquisto di Antonveneta, comprata dal banco di Santander a 3 miliardi in più rispetto a quanto era stata pagata solo pochi mesi prima.
Pirondini era tra gli uomini di fiducia di Baldassarri, e non è noto se sia stato ascoltato in quanto persona informata dei fatti o per rispondere a delle accuse nei propri confronti.