Meridiana Fly, società aerea quotata (frutto della fusione tra Meridiana Eurofly e Air Italy) in borsa, presto potrebbe diventare al 100% di Karim Aga Khan, che ha creato Alisarda, la compagnia aerea da cui ha preso origine l’attuale che i passeggeri italiani ben conoscono.  Il principe ismaelita ha infatti intenzione di promuovere un’Offerta pubblica di acquisto volontaria e totalitaria sull’azienda. Detenendo già quasi il 90% delle azioni, gliene resterebbero da acquistare poco più di 10 milioni. Il problema è che il prezzo offerto è di 0,6 euro ad azione, mentre la quotazione degli ultimi giorni era intorno agli 0,8. Per questo motivo il titolo a Piazza Affari oggi cede oltre il 13% veleggiando intorno a quota 0,7%.



L’azienda non naviga comunque in buone acque, tanto che a gennaio l’amministratore delegato Giuseppe Gentile (che proveniva da Air Italy) era stato costretto a dimettersi proprio per le divergenze con l’Aga Khan, che ora dopo l’Opa potrebbe procedere a un aumento di capitale. Se ne parlerà nella prossima assemblea convocata per il 29 aprile. Intanto l’esercizio 2012 (chiuso al 31 ottobre) si è chiuso con ricavi pari a 579,5 milioni di euro, in calo del 22% rispetto all’anno precedente. La perdita operativa è di 174,1 milioni (era di 60,4 milioni un anno fa) mentre quella netta è di 190,2 milioni (67 milioni un anno fa), soprattutto a causa di alcune svalutazioni, la pressione concorrenziale, l’apprezzamento del dollaro e l’incremento del prezzo del carburante, come spiegato in una nota. Il patrimonio netto consolidato risulta negativo per 111,8 milioni.



In passato si erano diffuse le voci di una possibile fusione tra Meridiana e Alitalia. Tuttavia entrambe le compagnie aeree italiane attraversano un momento di difficoltà e non sarebbero quindi in grado di trovare le rirorse necessarie a un loro rilancio. Basti poi pensare alla trattativa saltata tra la compagnia di bandiera e Windjet per avere una prova di quanto sia complicato in questo periodo di crisi espandersi.

Leggi anche

CRISI FRANCIA/ Ecco perché l'Europa rischia una crisi peggiore del 2011